Una corsa sfrenata, la lingua pronta a leccare quel sapore che non gli piace.
Chloe è a terra, piange. Un suono orribile.
Jodie arriva subito dopo di lui, spaventata. È una brava madre. Coccola la figlia, l’abbraccia. Le sfiora il ginocchio con le dita prima di rientrare in casa per medicarla.
Iperione resta fuori. Il sole ha ceduto il posto alla luna. Il cane la saluta con un ululato.
Poco dopo cena Chloe corre sorridente in giardino. Accarezza dietro le orecchie Iperione che scodinzola soddisfatto. Gli occhi corrono al ginocchio. L’odore di sangue è ancora forte, ma la cucciola sta bene, è allegra.
“Buonanotte, Ipercagnone” è il saluto che sancisce la fine della giornata. Iperione torna piano nella cuccia. Si acciambella e dorme.
La notte sfuma nel giorno. Iperione saluta l’aurora con un ululato più delicato. Non vuole svegliare nessuno.
Beve un po’ d’acqua dalla ciotola. Aspetta Chloe. È lui che l’accompagna a scuola.
“Buongiorno Ipercagnone” è il saluto che dà inizio alla giornata.
Chloe si aggiusta i pantaloncini, si guarda le unghie smaltate, parla al telefono e saluta con la mano qualche amico. Iperione la segue in silenzio, qualche passo dietro di lei. Non indugia su alcun marciapiede o albero, non saluta nessun cane. Quello lo farà al ritorno. La lascia a qualche metro da scuola. Le guarda il ginocchio. Non c’è traccia di sangue. Sono passati anni, ma lui non lo sa. Continua a guardare quel punto come se Chloe fosse caduta soltanto la sera prima. Chloe gli dà una grattatina dietro le orecchie, Iperione torna a casa. Con molta calma.
Ogni marciapiede è pregno d’informazioni, è come leggere un giornale.
Dei ragazzi stanno pestando un bambino grassottello. Ancora una volta l’odore del sangue è così forte da causargli un capogiro. Ma stavolta non ci sarà nessuna corsa e nessuna leccata. Quel bambino non è Chloe. Non è affare di Iperione. Lancia un ultimo sguardo al cucciolo che piange a singhiozzi. Continua la sua raccolta di informazioni fino al ritorno a casa.
È domenica, Iperione non lo sa, ma la memoria gli dice che può dormire di più. Ma non lo fa. Si sveglia in tempo per salutare l’aurora e dare il benvenuto al sole.
Si sgranchisce le zampe, si trascina stanco per il giardino. Chloe gli va incontro, Iperione vorrebbe correre verso di lei ma non ne ha la forza. È lei ad avvicinarsi. Gli occhi bagnati dalle lacrime.
“Mi dispiace tanto Ipercagnone, mi dispiace tanto…”. Il saluto suona un po’ diverso dal solito, ma Iperione non capisce. Sale in macchina. Niente scuola quella mattina. Il caldo è opprimente, il cane allevia la sofferenza tenendo la testa fuori dal finestrino, la lingua penzoloni. Sente il gusto di qualche moscerino che casualmente vi finisce contro. Lì fuori è un tripudio di odori. Quante storie potrebbe raccontare. Il suo naso funziona meglio di qualsiasi occhio umano, ma Iperione non ha il dono della parola.
Scende dalla macchina. Chloe lo segue. Il posto è nuovo, il naso di Iperione pizzica in modo particolare. Non c’è aria di casa. L’odore dei gas di scarico regna incontrastato. Il suono delle automobili che sfrecciano è assordante. Inclina la testa curioso. Lecca le lacrime alla padroncina. Il suono di un clacson.
“Addio, Ipercagnone”. Un lungo abbraccio.
“Amore, dai, mollalo. Ma non vedi che non ce la fa neanche più a stare in piedi? Credimi, è meglio così”.
Un ragazzo scende dall’auto. Accarezza Chloe sulla testa. Iperione osserva vigile ogni movimento, ma sa che si può fidare. Lo ha già visto.
Chloe poggia le labbra su quelle del ragazzo, asciuga le ultime lacrime e si siede sul sedile del passeggero.
La macchina riparte, Iperione si acciambella.
Saluta la luna.
Saluta l’aurora.
Saluta il sole.
Con lo sguardo cerca ancora Chloe. Si accerta di non trovarla, prima di chiudere gli occhi.
Il racconto che avete letto è opera di Guero ed è risultato il migliore tra quelli che hanno partecipato al laboratorio di scrittura di ottobre 2013. Il tema da seguire era stato scelto da Diana-blues (vincitrice dello scorso esercizio): Nella stragrande maggioranza dei romanzi c’è “un cane che abbaia in lontananza” e spesso non ha nessuna rilevanza che abbai o meno.
Tutti noi abbiamo animali domestici che siano cani, gatti, coniglietti. Vorrei che prendeste spunto da quelli.
Oggi il testo deve avere come personaggio principale un amico a quattro zampe.
Voglio sentire come abbaia, se è un cane, vedere come corre, come si rotola, come scodinzola.
Potete anche farlo pensare o parlare.
Per aggiungere qualche difficoltà assegnategli due qualità positive e una qualità negativa (o viceversa). Scrivere una storia che metta in luce queste caratteristiche.Limite massimo di caratteri: 8000 caratteri spazi inclusi