Uno studio della Emory University School of Medicine ha fatto luce su questo fenomeno scoprendo che coloro che soffrono di ipersonnia hanno una sostanza nel liquido cerebrospinale che si comporta come un sonnifero. Il composto agirebbe proprio come un sedativo. La ricerca pubblicata su Science Translational Medicine riguarda in particolare la cosiddetta ipersonnia, condizione caratterizzata da una persistente sonnolenza diurna che spesso interferisce con il rendimento nella vita di tutti i giorni.
Gli scienziati hanno esaminato il fluido cerebrospinale di 32 pazienti che soffrivano di ipersonnia, aggiungendo ad esso delle cellule geneticamente modificate per produrre recettori Gaba. I ricercatori hanno scoperto che il fluido di questi soggetti non attivava i recettori Gaba direttamente, ma i recettori introdotti risultavano piu’ sensibili di circa il doppio del normale al Gaba. L’effetto e’ simile a quello prodotto dalle benzodiazepine, gli ingredienti attivi in farmaci ansiolitici come il Valium. Questo effetto non si vedeva con fluido cerebrospinale di paziente che non soffrivano di questo disturbo del sonno. Negli ipersonni avviene praticamente la situazione inversa degli individui che soffrono di insonnia: in quest’ultimi infatti il Gaba risulta essere più pigro e dunque più restio a “spegnere” i neuroni con il sonno.