Quelle mattine in cui ti svegli con un vago presentimento nell'aria che ti preannuncia che non andrà proprio come speravi.
Quelle mattine in cui le prime parole che ti risuonano nella mente sono quelle di tuo nipote seienne, stralci di una conversazione avuta il giorno prima in macchina. E ti suonano come una premonizione, come un oracolo impietoso che ti preannuncia un destino funesto.
Eravamo in macchina io, Bratha e l'Amoredezia, Lui al volante. Al nano viene in mente di interrogare la sottoscritta riguardo alle mie intenzioni procreative, presumibilmente condivise con lo zio.
Scatta con il terzo grado spinto a cui, mio malgrado, mi presto.
Le domande avevano l'esplicita intenzione di sondare la volontà mia e di Lui di avere figli. Che vi devo dire, gli era presa così
-Zia? Ma voi lo volete un figlio? -
- Certo - stretta al cuore. Diavolo di un nano!
- Zia? Ma come lo chiamerete? -
Timidamente gli elenco un paio di aternative per genere.
- Zia? Ma quando lo farete? -
Silenzio stampa. Gli rigiro la domanda
-Dimmelo tu, quando secondo te? -
- Secondo me tu lo farai quando sarai vecchia....oppure non ce l' avrai MAI -
No, vabbè, ma IN CHE SENSO? Spiegami, perchè già c'ho le madonne di mio e ti ci metti pure tu?
A zia tua, un colpo così basso, non dovevi. Voglio dire io non credevo nemmeno che alla sua età si potesse contemplare l'eventualità che una coppia rimanga senza figli. Ma come gli è venuta? Se i bambini sono la bocca della verità allora sto fresca. Povera me ma dove vado, roba che mio nipote mi guarda e non si capisce perchè mi vede senza speranze. Pure lui. E mi butta lì una macabra possiblità con la semplicità con cui si sputa la buccia di un bruscolino.Vi sembrerà assurdo ma io sono ancora qui a chiedermi perchè mi ha detto quelle cose e se, verosimilmente, abbiano un fondo di verità. Insomma considerando le due alternative come casco casco male!
E Lui, la parte razionale della mela, mi continuava a ripetere:
-Ma è solo un bambino, diceva per dire. E poi ti ha elencato tutte le probabilità. -
Ma quali TUTTE? No perchè a me non mi pare ci fosse l'eventualità - fra un anno -, o - fra poco - o l'eventualità - quando vorrai farlo - O sbaglio? No, appunto.
E stamattina quelle parole hanno sequestrato la gioia del mio risveglio domenicale imbavagliandola in un angoletto buio. Facciamo che usciamo, c'è un timido sole che mi chiama, andiamo a non pensarci davanti a una buona tazzina di caffè. E'? Mi fermo al bancomat per prelevare. Sono concentrata - Conferma? - Si - Desidera lo scontrino? - No - e con la "coda dell'orecchio" sento Lui che fa Ciao e una voce, anzi no aspetta sono due, rispondere al saluto.
Lui si allontana da me e raggiunge le voci che ora nella mia testa si sovrappongono all'immagine di 3 volti.
No, non è un errore del sistema, la mia porzione di cervello dedicato a questo tipo di compito non ha sbiellato.
Vi assicuro che sono 3, ma hanno 2 voci. Mentre io mi sto chiedendo perchè non sono stata dotata del super-potere dell'invisibilità, qui e adesso e mentre il mio corpo sta deambulando senza convinzione verso di loro.
Tutto questo avviene contemporaneamente, una straordinaria sinergia tra mente-corpo-cuore.
Ma perchè questa mattinata non si decide ad assomigliare ad una normalissima e banalissima domenica di black-out cerebrale? Perchè si ostina a non volermi concedere il lusso della leggerezza, così di default?
No niente, mi tocca affrontare pure questa. Domenica ingrata.
Dove abitiamo ci consociamo un po' tutti, quelli della nostra età. Ci abbiamo fatto le medie e le superiori.
Quando giro per questi luoghi il mio recente passatempo è depennare dall'elenco mentale le coppie o gli amici che sono diventati genitori. E' diventata oramai consuetudine incontrare conoscenti, col nano carrozzato al seguito.
- Tò guarda, anche loro - è divenuta la frase di rito con cui individuiamo il nemico, l'altro da noi o le elette. Incredibile, siamo rimasti solo noi e qualche altro esemplare che o è single, o se accoppiato sta aspettando il momento giusto.
Eviterei di incontrarli, lo ammetto, così come eviterei anche di violentarmi e sforzarmi a uno straccio di conversazione. Ma non ho vie di fuga, mettermi a correre e lasciare Lui lì in compagnia de "il Bello, la Brutta e il Cattivo" sortirebbe un certo effetto straniante nei 3 adulti che rimangono ad osservare la scena (Lui compreso). Non me lo posso permettere, le comuni regole del bon-ton me lo impediscono. Amen. Mi arrendo e mi consegno inerme al mio destino. Anzi, gli vado proprio incontro con un sorriso che implora pietà. Perchè già so...ogni volta è un déjà vu.
E ora ditemi, secondo la vostra pluriennale esperienza in merito, di cosa parla una coppia con un bimbo di 10 mesi? No, aspettate che è d' uopo una differenziazione di genere:
- L'esemplare maschio intratterà con l'altro esemplare del suo stesso sesso una interessante conversazione su un argomento che hanno in comune: la passione per la musica.
- L'esemplare mamma, invece, in modo subdolo e scaltro riuscirà a dirottare qualunque tentativo di discutere d'altro verso quella che è, ovviamente la sua e sua soltanto passione: SUO figlio. Per cui dopo un'iniziale scambio di battute su qualsiasialtracosa, magicamente il centro della sua (perchè tu non è che parli molto) di conversazione diventerà il nano. Ma come ha fatto? Come ci è riuscita? E perchè non riesco a togliermi da questa merdosissima situazione? Eppure io ce l'ho le carte da giocarmi, sono sempre stata brava, ricordo anche che al liceo ero la regina del come mi rigiro la frittata io nessuno mai. Durante le interrogazioni riuscivo comodamente a dribblare le domande scomode e a portare il discorso dove volevo io, dove mi sentivo sicura. Salvo poi che la prof mi sgamava - Nina, si sente il rumore delle unghie. Ti stai di nuovo arrampicando sugli specchi - ma per un po' almeno funzionava. E ora mi ritrovo a subire fingendo interesse per giunta. E controbbatto con le mie uniche esperienze di vita in fatto di bambini: il mio lavoro all'asilo. Che palle, non è così che doveva andare oggi.
L'esemplare maschio padre, pur se capace di spaziare un po' oltre suo figlio, è però dotato di un sensore che, superato il livello di autonomia, lo riporta in modalità ricordati che hai un figlio e così cade inesorabilmente poco dopo. Si inserisce nel discorso della mamma per elogiare anche lui l'amato figlio e poi decide che è arrivato il momento di provare al mondo intero che anche lui è capace di guardare oltre il suo naso e interessarsi alla vita altrui. Guarda prima me e poi Lui, socchiude gli occhi allusivo convinto di trovare terreno fertile per i suoi deliri e ci pone il seguente, abusato, quesito:
- E voi? Che aspettate? -
Naaaa basta. Non ne posso più. Già sentito.
- Che viene - rispondo annoiata.
- Vuoi dire che ci state... - e si interrompe fingendo discrezione. Cosa che credo non lo abbia mai sfiorato nella sua vita. Io demoralizzata riesco solo a far spalluccie così il paparino si sente autorizzato a sgridare Lui, come se non assolvesse ai suoi doveri di inseminatore modello. Ci ha dato un ottimo esempio di come si può arrivare a raspare il fondo dando sfoggio di una nobile vocazione all'altruismo. Pareva quasi lo facesse per me, per il mio bene.
Perchè sicuramente io lo desideravo da matti e lo stronzo procrastinatore era Lui.
E lì, come al mio solito, ho operato una sostituzione denominata Salva-vita, che applico nei momenti critici quando rischio di compiere efferati delitti di cui poi, lo so, potrei pentirmi: ho immaginato che davanti ai miei occhi si stesse svolgendo un'altra scena, dove io alla domanda fuori luogo rispondevo così:
- Aspettiamo il miracolo: che le mie tube si stappino. Sai io non posso avere figli in modo naturale, perciò è inutile provarci. Lo faremo, un figlio, solo quando ricorreremo alla fivet, sempre sperando vada bene la prima. Altrimenti dovremo riprovare di nuovo...e sperare. -
E non mi sono risparmiata il piacere di visualizzare anche le loro faccie allibite "Tube? Fivet? Che robba è? Ma che sta a dì questa?" e anche immaginare il loro sentore di aver guadagnato punti con l'ennesima figura di merda.
A posteriori mi dico sempre che si, un piacere così un giorno o l'altro me lo concedo proprio.Priceless.
La farsa continua, con lei convinta che noi saremo di quelle coppie che aspettano prima di decidersi e aspettano ancora (ommiodio BESTEMMIA pure!) e poi ti sfornano 2 anzi 3 gemelli come se niente fosse (si con la fivet poesse come no, non volendo ignorantella mia un po' ti sei avvicinata al dunque).
E così, in questo clima di stronzate cosmiche con le orecchie che mi sanguinavano e la voglia di urlare "Liberatemi da questo incubo! Fatela voi la magia che a me non riesce, scomparite!", arriviamo al momento topico, alla rivelazione del giorno, quella che davvero noi tutti attendevamo con ansia.
E ce la svela il paparuccio. E preparatevi al botto finale, da fuochi d'artificio:
- Sapete, stiamo pensando di dare un fartellino a D. - e lei prontamente
- Come stiamo pensando, ormai E' DECISO! -
Morale della favola: Chi raggiunge il suo scopo non è detto che poi sia felice.Prendete me: volevo che qualcosa dall'esterno venisse a distogliermi dal loop "O forse non ce l'avrai mai".
Mi hanno ascoltata, sono stata esaudita perchè adesso il disco è cambiato solo che la puntina si è incantata su "Ormai è deciso". E non sono più felice di prima, ve lo assicuro.
Si perchè, per qualche motivo a me oscuro e sconosciuto, ci sono donne che i figli LI DECIDONO.
Io continuo a pensare che queste Mamme Ragioniere facciano parte di una Razza Aliena.
E nessuno mi convincerà mai dell'infondatezza della mia teoria.
Perciò non provateci neanche, sarebbero tempo ed energie sprecate.