Ipotesi di governo

Creato il 04 marzo 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

La crescita e lo sviluppo di un paese dipendono dalle strategie messe in atto dai governi per favorire opportunità di business, posti di lavoro e il benessere economico e sociale dei propri cittadini. Insieme a questo, un governo, attraverso proposte di leggi e riforme deve salvaguardare quel principio democratico attraverso cui i cittadini si sentono rappresentati da chi li governa. La politica italiana è stata profondamente scossa dal risultato delle ultime elezioni e se essa non sarà in grado di coglierne l’onda riformista e la necessità di rinnovamento potrebbe perdere l’ultima occasione di riconciliarsi con il paese. Un paese demotivato, arrabbiato, abbandonato che ha trovato in Beppe Grillo e nel Movimento 5 Stelle l’unica voce in grado di rappresentarlo. Un’analisi sui possibili scenari futuri della nostra Nazione non può che partire da qui, senza governo e senza riforme non si va da nessuna parte e senza un governo che sappia interpretare gli umori della gente non si può creare benessere sociale.

Partiamo prima dalla dimensione Europea, l’ombra dello spread aleggia sul risultato elettorale ma non in maniera così preoccupante come ci si aspetterebbe. Lo spread è salito ma non in modo significativo, si attesta intorno ai 350 punti. Merito probabilmente del nostro Presidente della Repubblica che ha saputo arginare le reazioni dei mercati facendo appello ai tempi istituzionali. Ma al di là delle parole di  Napolitano c’è un fatto incontrovertibile, con il governo Berlusconi lo spread aveva superato i 500 punti e da ciò si può dedurre che Berlusconi spaventi i mercati molto più di Grillo e a supporto di questo la notizia che, la Goldman Sachs, ha accolto positivamente il successo elettorale del Movimento 5 Stelle definendolo addirittura “entusiasmante”.  Secondo i guru della finanza proprio dal risultato delle elezioni italiane si potrebbe ripartire per nuove politiche europee meno improntate sull’Austerity, perché proprio l’Austerity è l’altra grande sconfitta di queste elezioni e quello scarso 10% preso da Mario Monti va decisamente in questa direzione. Se anche la Banca Centrale Europea dovesse prendere atto del fallimento della politica austera, che strozza le economie dei suoi paesi, ad esempio abbassando i tassi di interesse o decidendo per una nuova operazione di finanziamento illimitato (Ltro) accanto a nuove politiche di sviluppo meno rigide, la nostra economia non potrebbe che giovarne.

Fin qui dunque lo scenario venuto fuori dalle elezioni non ci appare così negativo, anzi oltre che entusiasmante (citando la Goldman Sachs) possiamo definirlo confortante se davvero si dovesse andare verso questa direzione. Ma torniamo al nostro paese. L’ipotesi di un governissimo pd-pdl fa rabbrividire gli elettori di centrosinistra ma Bersani ha del tutto escluso questa possibilità. Più probabile invece un fiducia step dopo step che il Movimento 5 Stelle potrà dare al centro sinistra su alcuni punti che i due schieramenti hanno in comune e che vanno in direzione di ciò che i cittadini chiedono da anni. Personalmente mi sento di sposare questa ipotesi, si tratterebbe di lavorare per avviare alcune riforme che la maggior parte del paese chiede da anni. Sfruttando l’onda innovatrice del Movimento 5 Stelle si può davvero dare una sferzata di novità e una nuova direzione alla politica italiana e dunque, a tutto il nostro paese. Riforma della legge elettorale, diminuzione del numero dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, trasparenza, conflitto di interessi, pagamento dei debiti della PA, sostenibilità ambientale, microcredito, lavoro e crescita economica. Sono questi i temi su cui centrosinistra e grillini possono lavorare insieme e su cui possono trovare un terreno comune, terreno che li distanzia dal centrodestra che propone un programma che non va certo verso questa direzione.

Da questo punto di vista il risultato elettorale può davvero significare rinnovamento della politica ma entro i confini delle nostre istituzioni. Un ipotesi ben sostenuta dal Sindaco pidiellino di Bari, Michele Emiliano, che vede nel risultato elettorale un’ottima opportunità per il Pd e afferma che “Grillo vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: tutte idee in linea con il centrosinistra, che anzi professiamo da anni. Solo che non siamo mai riusciti a concretizzarle. Grazie a lui possiamo uscire dal pantano e cambiare il Paese”.

E a questo punto la palla passa nelle mani di Bersani e Grillo. La loro capacità di far dialogare i movimenti che rappresentano può solo giovarci. L’ipotesi di nuove elezioni non conviene a nessuno dei due tanto meno al nostro Paese. E’ tempo di rimboccarsi le maniche e assumersi delle responsabilità, Grillo e i grillini in nome di quella democrazia popolare che dicono di voler rappresentare, Bersani in nome degli elettori che se pur con un vantaggio esiguo hanno determinato la maggioranza alla camera. E’ il caso che si giochino entrambi al meglio questa carta, potrebbe essere l’opportunità della svolta, o l’ultima definitiva e inguaribile frattura tra eletti e cittadini e per il nostro paese sarebbe un disastro.

Alessia Gervasi


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