Il 21 luglio 1828 salpava da Tolone la nave per l'Egitto con la spedizione franco-toscana voluta dal granduca Leopoldo II e dal re di Francia Carlo X. A capo di essa si trovavano il francese Jean François Champollion, già all'apice della sua carriera, dopo essere riuscito per primo a decifrare il geroglifico egizio, e il pisano Ippolito Rosellini, che a soli ventiquattro anni era già professore di lingue orientali all'Università di Pisa. Due anni dopo, il granduca istituì per lui la prima cattedra al mondo di egittologia.
La spedizione toccò tutti i grandi luoghi dell'Egitto faraonico (Tebe, Karnak, Luxor, Qeneh, ...) e i numerosi disegnatori e architetti della spedizione lavoravano costantemente per riprodurre fedelmente tutto ciò che vedevano. Il frutto dei dodici mesi di viaggio fu una enorme quantità di documenti, copie di testi geroglifici, disegni e settantasei casse di antichità, raccolte da Rosellini per il sovrano toscano, senza contare quelle che Champollion portò al re di Francia.
Rosellini e Champollion dedicarono la loro vita alla sistemazione e alla pubblicazione dello sterminato materiale raccolto, ma a causa della morte prematura di entrambi, Champollion nel 1832 e Rosellini nel 1843, lo studio dei documenti non è ancora concluso: i diari, pubblicati solo nel 1924 e molti manoscritti inediti continuano a costituire un inestimabile tesoro per gli egittologi.
Il progetto Rosellini dell'Università di Pisa, si è proposto di pubblicare e tramandare il frutto del lavoro di questo studioso, che formò grandi egittologi e al quale si deve la nascita dell'egittologia moderna italiana. A questo link, che porta all'Archivio Ippolito Rosellini del Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell'Università di Pisa, è possibile vedere tutto il materiale digitalizzato (disegni e manoscritti), raccolto durante la spedizione.