Iran, addio al figlio unico: obiettivo 150 milioni
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L’Iran ha un nuovo obiettivo: aumentare drasticamente la natalità. Da un paio d’anni a questa parte la resezione dei condotti seminali non è più gratuita e la crisi economica ha ridotto sensibilmente il numero di figli concepiti in famiglia. Stando ai dati delle Nazioni Unite, il tasso di natalità in Iran è attualmente di 1,6 figli a donna, contro il 6,4 di trent’anni fa.
Per arginare il fenomeno, la guida suprema Ali Khamenei (la più alta autorità della repubblica islamica) ha chiesto alle autorità di impegnarsi per promuovere i matrimoni e sostenere la formazione di famiglie numerose. Lo Stato dovrà quindi creare consultori e appoggiare con incentivi finanziari i giovani, oltre a promuovere il concetto di famiglia tipico dell’Iran, “contro i degenerati costumi occidentali“. Si sa, in Iran il matrimonio all’infuori del matrimonio è severamente proibito. Non azzardiamoci a parlare dell’amore tra persone dello stesso sesso.
In un mondo già al collasso, quindi, l’ayatollah sceglie di pubblicare sul suo sito web una “politica della popolazione”. Si punta, dagli attuali 80 milioni, ad arrivare in tempi brevi a circa 150 milioni di iraniani. Si punta all’effetto-Cina per arrivare a dominare economicamente il mondo. Stracciato, senza batter ciglio, il precedente programma di controllo delle nascite, che aveva trovato l’apprezzamento dell’Onu.
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