Menashe Amir, esponente della Comunità ebraica iraniana, ha avuto il coraggio di raccontare e di denunciare pubblicamente l’efferrato delitto che è stato commesso in questi giorni a Isfahan, una delle più note e più belle città iraniane: una donna di religione ebraica di 57 anni è stata brutalmente uccisa da alcuni vicini di casa per una questione legata alla proprietà del terreno. La donna, secondo quanto si è riusciti a sapere sinora, si chiamava Tuba N. (il cognome è stato volutamente omesso per porteggere la sua famiglia) e sarebbe stata accoltellata e mutilata per essersi rifiutata di vendere il terrendo su cui è costruita la sua casa alla vicina Moschea, per permettendone l’allargamento. Da mesi la famiglia di Tuba era sotto minaccia per essersi opposta alle minacce dei vicini e aveva deciso di appellarsi anche alla Corte.
L’omicidio, terribile, sarebbe avvenuto durante l’assenza del marito di Tuba N., recatosi fuori città per motivi di lavoro. Un omicio efferato, compiuto da fondamentalisti senza pietà e senza onore, capaci di aggredire e uccidere brutalmente una donna sola e indifesa.
Nella città di Isfahan, per la cronaca, una volta esisteva una Comunità ebraica di oltre 1,200 persone. Purtroppo, oggi, il numero di ebrei in tutto l’Iran è drammaticamente diminuito. Così come quello dei cristiani e dei seguaci della fede Baha’i. Ancora una volta il regime degli Ayatollah si è rivelato incapace di difendere le minoranze religiose presenti nel Paese. Minoranze oppresse e umiliate ogni giorno di più. Tutto ciò contro la tradizionale cultura tollerante e aperta propria del popolo iraniano.
L’ennesimo crimine di cui è complice questo colpevole regime!!!