L’11 aprile scorso, nel carcere di Karaj, e’ avvenuto un fatto davvero unico nella sua drammaticita’. I famigliari disperati di almeno 16 detenuti condannati alla pena di morte si sono ribellati al regime e hanno iniziato una dura protesta davanti alla prigione. Il giorno prima, le forze di sicurezza avevano improvvisamente deciso di trasferire almeno 40 prigionieri in una diversa sezione del carcere, riservata a coloro che devono essere messi a morte. Il video della protesta, una testimonianza davvero unica, e’ stato diffuso dagli attivisti via internet, allo scopo di rompere il muro dell’omerta’ Occidentale davanti al regime degli Ayatollah. Purtroppo il video non ha avuto la diffusione che meritava, ovviamente per via dell’appeasement in corso nei confronti dell’Iran.
Nonostante tutto, noi non ci arrendiamo e continuiamo a diffondere quanto realmente succede all’interno della Repubblica Islamica. Nonostante la protesta drammatica dei famigliari dei detenuti, i Pasdaran non hanno alcuna intenzione di retrocedere. Veniamo a sapere che le condanne a morte nel carcere di Karaj sono state confermate e i famigliari dei prigionieri prossimi al patibolo sono gia’ stati chiamati per dire addio ai loro cari. Davanti a tutto questo, davanti ad oltre mille impiccaggioni poco piu’ di un anno, l’Occidente e’ semplicemente assente. Lo stesso Occidente che, diplomazia italiana in testa, si riempie la bocca della promozione della cosiddetta Moratoria Universale contro la Pena di Morte.
La verita’, pero’, resta una sola: la sola Moratoria che e’ stata imposta dall’Occidente verso l’Iran negli ultimi mesi, e’ quella contro il popolo iraniano. Un popolo lasciato solo in nome del “business first“, della corsa alla promozione del “made in” all’interno della Repubblica Islamica. A questo Occidente volutamente orbo lanciamo un solo messaggio: il popolo iraniano non si arrendera’ e il Muro dell’Omerta’ restera’ nella storia come il Muro della Vergogna.