Si chiama Amir Hossein Motaghi (foto in alto a sinistra) e per vivere in Iran faceva il giornalista. A quanto pare, si trattava anche di un giornalista quotato, visto che è stato inviato a seguire il negoziato nucleare a Losanna, in Svizzera, in queste settimane ed era stato anche un collaboratore di Hassan Rouhani durante la campagna elettorale. Amir, però, era anche un uomo in cerca di libertà, libertà di parola soprattutto, quello che nella Repubblica Islamica i Mullah e i Pasdaran impediscono. Amir Hossein Motaghi, quindi, ha sfruttato l’occasione dell’arrivo in Svizzera per abbandonare il suo amato Paese, chiedendo asilo politico a Berna.
Dopo aver chiesto asilo politico in Svizzera, Amir ha rivelato in una intervista televisiva alcune informazioni relative al negoziato sul nucleare, davvero interessanti. La prima informazione riguarda gli Stati Uniti e rivela un sospetto che da tempo è sulla bocca di tanti osservatori: Washington agisce come rappresentante dell’Iran durante i negoziati. In pratica, ci sarebbero diversi membri del 5+1 contrari all’accordo che si sta prospettando e soprattutto non convinti della bontà delle intenzioni di Teheran. Per questo i negoziatori americani hanno deciso di divenire una sorta di PR del regime iraniano, a dimostrazione del fatto che l’accordo nucleare è una questione meramente politica e non tecnica (in altre parole: Obama ha bisogno di questo accordo a tutti i costi).
La seconda rivelazione riguarda la qualità dei giornalisti inviati dall’Iran a seguire il negoziato nucleare. Secondo Amir, quindi, non si tratta di giornalisti professionisti, ma di agenti della propaganda, ovvero persone incaricate di verificare che le informazioni sul negoziato giungano nella Repubblica Islamica unicamente attraverso alcuni canali mediatici (quelli piu’ fedeli a Khamenei).
Ovviamente, pochi minuti dopo la defezione di Amir Hossein Motaghi, l’agenzia di stampa per cui lavorava – la ISCA – ha negato di averlo inviato in Svizzera per seguire i negoziati sul nucleare. Al di là delle accuse che arrivano (e arriveranno) da Teheran (e non solo…) contro Amir, le accuse del coraggioso giornalista iraniano rompono il muro dell’omertà intorno ad un negoziato il cui solo interesse è ufficializzare definitivamente l’appeasement verso l’Iran. Tutto questo mentre in Yemen, una buona parte del mondo arabo sunnita ha già cominciato a reagire all’imperialismo iraniano…