L’Iran inaugura ufficialmente la nuova stagione politica. Rouhani stravince e con lui il riformismo del suo pensiero politico. Ora gli iraniani hanno premiato il successore di Ahmadinejad a Teheran, e per contro i conservatori indietreggiano lasciando spazio al nuovo volto dell’Iran. Il quotidiano Etemad riferisce che la lista di Rouhani ha già conquistato 96 seggi, mentre i fondamentalisti si sarebbero fermati a quota 91. Su un totale in Parlamento di 290 seggi. Una vittoria che indubbiamente cambia il corso della politica nella Repubblica islamica e apre l’Iran alle attenzioni positive del mondo. Sul fronte degli indipendenti, invece, questi ultimi hanno totalizzato 25 seggi, mentre per i restanti 52 seggi si andrà al ballottaggio alla fine di aprile. Ma quella di Rouhani è un’affermazione epocale in un Paese contrassegnato da sempre dal conservatorismo politico. Ora gli iraniani hanno dato il benestare al potere per aprire la stagione delle riforme.
Le elezioni appena concluse erano le prime dopo l’epoca delle sanzioni e dopo la tappa storica dell’accordo sul nucleare. Su un totale di 55 milioni di aventi diritto al voto, ben il 60% è andato alle urne. Dunque 33 milioni di iraniani hanno espresso il proprio parere su quello che dovrà essere il futuro dell’Iran. Una corsa alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e rinnovare l’Assemblea degli Esperti: 88 figure religiose saranno chiamate ad eleggere la nuova guida suprema, qualora l’ayatollah Khamenei morisse o decidesse in favore delle dimissioni. Ma per avere gli esiti definitivi delle ultime elezioni bisognerà attendere martedì prossimo. Ma Rouhani è ormai fiducioso, “sa di aver vinto”, e ringrazia quanti hanno dato l’avvio col proprio voto a una nuova stagione per l’Iran post-Ahmadinejad.
A Teheran si parla ormai di “vittoria schiacciante”, dal momento che nella capitale dell’Iran la lista pro-Rouhani ha conquistato tutti e 30 i seggi. Questa è almeno la notizia che si evince dopo aver scrutinato il 90% dei voti. E già trapela l’indiscrezione che fuori dal Parlamento resteranno i conservatori di Hadad-Adel, ex presidente del Parlamento dal 2005 al 2008, nonché consuocero dell’ayatollah Khamenei. Tra i riformisti campeggia il nome di Mohammad Reza Aref e tra i moderati quello di Ali Motahari. Il primo è stato ex vice-presidente sotto il governo di Khatami, mentre il secondo si è distinto per aver sostenuto i movimenti orientati alle libertà sociopolitiche dell’Iran.
La figura della donna si sta riabilitando nell’era Rouhani. All’interno del Parlamento iraniano siederanno tredici donne, almeno dai dati parziali del quotidiano Etemad. Le candidate erano circa 500, ma soltanto il 2,6% di loro andrà in Parlamento. Ma la vera novità di queste elezioni in Iran è la vittoria a Teherean della lista “Speranza” che ha portato in testa Rouhani. Per molti questa “vittoria schiacciante” ha una sola ragione: il consenso popolare alla politica di apertura all’Occidente inaugurata da Hassan Rouhani. Questo presidente dal volto nuovo che sta piacendo al mondo. Per i risultati definitivi si dovrà attendere martedì, quando saprà pronunciata la conferma del Consiglio dei Guardiani della Costituzione.
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