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Iraq: bilanci drammatici. “Mille morti in diciotto giorni”. Baghdad smentisce controllo Isis su raffineria Baiji

Creato il 24 giugno 2014 da Nicola933
di Gabriella Maddaloni Iraq: bilanci drammatici. “Mille morti in diciotto giorni”. Baghdad smentisce controllo Isis su raffineria Baiji - 24 giugno 2014

Di Gabriella Maddaloni. “Mille morti e più di milleduecento feriti in diciotto giorni” ci sono stati in Iraq da quando l’Isis ha attaccato il Paese. È il tragico bilancio riportato nelle ultime ore da Rupert Colville, Alto Rappresentante Onu, in una conferenza stampa.

“Nelle tre province nel nord dell’Iraq almeno 757 persone sono state uccise e altre 599 ferite tra il 5 e il 22 giugno. Ma crediamo che il bilancio possa essere ancora più alto. Nello stesso arco di tempo, a Baghdad almeno 318 persone sono state uccise e altre 590 ferite”, asserisce Colville.

Intanto il Segretario di Stato Usa John Kerry, al suo secondo giorno in Iraq, ha visitato la regione autonoma del Kurdistan. Kerry ha parlato col presidente Massud Barzani per convincerlo a collaborare alla formazione di un nuovo governo, che sia unito e coeso di fronte all’avanzata dell’estremismo islamico Isis. Questo, anche in virtù del fatto che i guerriglieri peshmerga curdi “sono stati davvero cruciali per tracciare una linea rispetto all’avanzata dell’Isis”.

Barzani ha replicato che “i curdi vogliono una soluzione alla crisi”, aggiungendo però che costoro hanno ormai creato “una nuova realtà e un nuovo Iraq”. Il leader curdo ritiene il premier sciita Al-Maliki “responsabile di quanto accaduto”, e per questo ne aveva chiesto le dimissioni tempo addietro. Barzani aveva anche affermato che “deve decidere il popolo curdo e a quella decisione le autorità si atterranno”, riguardo una possibile indipendenza del Kurdistan.

I miliziani Isis hanno fatto sapere in mattinata di avere ormai il controllo totale della raffineria di Baiji, che fornisce all’Iraq un terzo del petrolio che consuma. Tuttavia, la Tv di stato Iraqya smentisce i ribelli sunniti, sostenendo che la scorsa notte l’esercito regolare ha respinto un loro attacco “uccidendo almeno 19 terroristi durante i raid aerei sulla città”.

Nel frattempo, si è avuta notizia di un altro raid aereo a Husseibah, nella provincia di Anbar, a ovest di Baghdad, dove hanno perso la vita 7 estremisti Isis e 6 civili. Sembra inoltre che le truppe regolari, insieme alle milizie tribali, abbiano respinto un attacco dei qaedisti a Haditha, altra città della provincia.

Naturalmente, a pagare il prezzo più alto è la popolazione, e non solo quella uccisa durante il massacro. Monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad per i cattolici caldei, chiede attraverso la Caritas Italiana “di fermare il commercio delle armi”, nonché “la pace per le martoriate popolazioni dell’Iraq”. Caritas Iraq riporta d’altronde la presenza di circa mezzo milione di profughi, “anche se è difficile ottenere dati precisi”. Sono sfollati che vanno ad aggiungersi ai già numerosi rifugiati siriani “e che hanno più che mai bisogno di solidarietà concreta”.

E sembra che il bagno di sangue e di miseria sia purtroppo destinato ad allargarsi a macchia d’olio, in maniera inevitabile.


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