Fuga di materiali archeologici.
di Martina Calogero
Oltre alla situazione turbolenta degli ultimi tempi, in Iraq c’è un’altra questione che non riguarda civili o soldati uccisi, condizioni di vita precarie, problemi e contraddizioni di una guerra difficile, ma la fuga di materiale artistico e archeologico. Infatti, lo stato iracheno si trova nella regione definita come la culla della civiltà: le culture più antiche del mondo si sono sviluppate nella Mezzaluna Fertile e si sono lasciate alle spalle un’enorme quantità di edifici, artefatti e documenti.
Dall’inizio della guerra artefatti dall’inestimabile valore artistico ed economico vengono trafugati costantemente. Fino ad ora, i reperti di grande valore artistico e storico sottratti all’Iraq sono centinaia di migliaia. Ma i numeri sono approssimativi perché, come spiega il consulente culturale del Dipartimento di Stato americano, John Russell, i tombaroli non documentano quello che fanno e le autorità non sanno esattamente quanti siano i reperti trafugati: ci si accorge del furto solo quando questi artefatti vengono recuperati dalla polizia o rivenduti.
Durante un sequestro sono state ritrovate dozzine di tavolette con incisioni di cui nessuno conosceva l’esistenza fino a poco tempo prima. E negli Stati Uniti sono stati recuperati 1054 artefatti iracheni ottenuti illegalmente, tra cui una coppia di orecchini assiri in oro, risalenti a 2800 anni fa e appartenenti al Tesoro di Nimrud. Inoltre, 2500 reperti sono riemersi in Giordania, oltre 760 in Siria e circa 20 in Italia.
L’ex direttore del Museo Nazionale Iracheno, Donny George Youkhanna, fuggito dall’Iraq nel 2005 e oggi docente presso la Stony Brook University di New York, afferma che è un problema iracheno e che sono il Governo e gli iracheni a dover compiere il primo passo verso una più attenta protezione del loro patrimonio culturale.
I tombaroli operano nei musei e nei numerosi siti archeologici a cielo aperto, scavando senza criterio e guastando i reperti per ottenere preziosi, oro e materiale di grande interesse artistico. Senza considerare che i siti archeologici di interesse mondiale sono stati danneggiati dall’esercito americano, malgrado una parte di esso sia stato impiegato proprio a protezione dei luoghi di importanza culturale. Inoltre, alcuni artefatti d’arte moderna vengono distrutti per cancellare dal Paese ogni simbolo che ricordi Saddam Hussein.