L’analisi di “Storie di Cinema” si snoda attraverso il percorso compiuto dalla mostra a cura del Ministero dei Beni culturali “Si disapprova”, dove sono stati raccolti pannelli, locandine e bozzetti censurati dai funzionari dell'Istituto della Revisione Cinematografica sin dal 1913.
Nel mirino di Tatti Sanguineti, una carrellata di manifesti cinematografici ‘purgati’ perché si riteneva offendessero la religione, fossero politicamente troppo spinti, oltraggiassero la morale.Tra i titoli presi in esame, un elenco di capolavori e opere meno note, tutte marchiate con la dicitura “si disapprova”, corretti ponendo ‘pecette’ o cambiandone i disegni: da “Ultimo tango a Parigi” a “Querelle de Brest”, da “Il Moralista” ai “I Vitelloni”, da “Le bambole” a “La bestia”, da “Africa Nera” a “Rocco e i suoi fratelli”, da “Tè per due” ad “Accidenti alle tasse”, da “La battaglia di Algeri” a “La grande abbuffata”, sino a “Era lui, sì sì” e “L’inafferrabile 12”.