Il conflitto di Tony Stark è esclusivamente interiore e ci si concentra sui relativi problemi di coppia tra lui e la Pepper Potts di Gwineth Paltrow e i conseguenti dilemmi dell'eroe con i quali affronta quasi tutte le vicende del film. Tuttavia lo sviluppo della trama cerca di creare suspense rifacendosi alle spy story, ma il connubio tra quello stile e la nuova impostazione comico/avventurosa dei film Disney/Marvel non si sposa perfettamente, e il risultato è un film che funziona bene per quanto riguarda i momenti più intimi e quelli di tensione, ma che perde molto per caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, nell'azione. Se da un lato Black regala momenti interessanti concentrandosi su Tony Stark e sui suoi drammi personali, assieme anche ai momenti spionistici in cui si cerca di districare la matassa, dall'altro purtroppo la componente dell'intrattenimento soffre di un montaggio terribilmente raffazzonato e caotico da parte di Peter S. Elliot e Jeffrey Ford, che offrono un'azione confusionaria e mai lineare e che trasformano il film in una tortura psicologica per chi cerca di capire in che punto siano i protagonisti e chi sta picchiando chi. Anche le musiche di Brian Tyler soffrono di questo problema e accentuano l'effetto disturbante del film, che per tutto l'inizio riesce a sostenere al meglio la tensione e il mistero che aleggia attorno ad alcuni personaggi. Se, dunque, una buona fetta della prima parte funziona al meglio, tutto il secondo tempo sembra fare il verso a ciò che c'era di interessante e innovativo nel primo, affidandosi a cose già viste sia dal punto di vista tecnologico che per quanto riguarda plot e scrittura dei personaggi, perché anche la tanto acclamata sequenza finale con l'esercito di Tony Stark soffre di già visto. Io appartengo a quel filone che non è interessato ad assistere per quindici minuti e forse più a combattimenti tra armature radiocomandate e vulcanici nemici esplosivi, anche perché si perde molto il pathos e la paura per una eventuale morte del protagonista se questi non comanda l'armatura dall'interno. Detto tutto ciò, il film può anche intrattenere e divertire, perché le gag (decisamente troppe) ci sono e Robert Downey Jr. è più personaggio che non attore in questo specifico caso, ma se qualcuno mi venisse a chiedere consigli su un film che intrattiene per passare una serata senza pretese, Iron Man 3 non comparirebbe nella lista dei primi venti film che mi verrebbero in mente.
Il conflitto di Tony Stark è esclusivamente interiore e ci si concentra sui relativi problemi di coppia tra lui e la Pepper Potts di Gwineth Paltrow e i conseguenti dilemmi dell'eroe con i quali affronta quasi tutte le vicende del film. Tuttavia lo sviluppo della trama cerca di creare suspense rifacendosi alle spy story, ma il connubio tra quello stile e la nuova impostazione comico/avventurosa dei film Disney/Marvel non si sposa perfettamente, e il risultato è un film che funziona bene per quanto riguarda i momenti più intimi e quelli di tensione, ma che perde molto per caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, nell'azione. Se da un lato Black regala momenti interessanti concentrandosi su Tony Stark e sui suoi drammi personali, assieme anche ai momenti spionistici in cui si cerca di districare la matassa, dall'altro purtroppo la componente dell'intrattenimento soffre di un montaggio terribilmente raffazzonato e caotico da parte di Peter S. Elliot e Jeffrey Ford, che offrono un'azione confusionaria e mai lineare e che trasformano il film in una tortura psicologica per chi cerca di capire in che punto siano i protagonisti e chi sta picchiando chi. Anche le musiche di Brian Tyler soffrono di questo problema e accentuano l'effetto disturbante del film, che per tutto l'inizio riesce a sostenere al meglio la tensione e il mistero che aleggia attorno ad alcuni personaggi. Se, dunque, una buona fetta della prima parte funziona al meglio, tutto il secondo tempo sembra fare il verso a ciò che c'era di interessante e innovativo nel primo, affidandosi a cose già viste sia dal punto di vista tecnologico che per quanto riguarda plot e scrittura dei personaggi, perché anche la tanto acclamata sequenza finale con l'esercito di Tony Stark soffre di già visto. Io appartengo a quel filone che non è interessato ad assistere per quindici minuti e forse più a combattimenti tra armature radiocomandate e vulcanici nemici esplosivi, anche perché si perde molto il pathos e la paura per una eventuale morte del protagonista se questi non comanda l'armatura dall'interno. Detto tutto ciò, il film può anche intrattenere e divertire, perché le gag (decisamente troppe) ci sono e Robert Downey Jr. è più personaggio che non attore in questo specifico caso, ma se qualcuno mi venisse a chiedere consigli su un film che intrattiene per passare una serata senza pretese, Iron Man 3 non comparirebbe nella lista dei primi venti film che mi verrebbero in mente.
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