Colui che sarebbe diventato il decano della letteratura tedesca contemporanea, Ernst Jünger (classe 1895), non ha ancora toccato la cinquantina quando si ritrova, autore ed entomolgo già laureato, tra le truppe d’occupazione a Parigi. E’ reduce dal fronte russo, veste la divisa di capitano della Wehrmacht, ma non è un “vero soldato”. E’ un aristocratico intellettuale, che frequenta la buona società e i teatri di prosa, corteggia le belle donne, spulcia tra le tentazioni per bibliofili dei bouquinistes, visita l’atelier di un pittore spagnolo che si chiama Picasso, va a caccia di starne, beve del vecchio Borgogna con personaggi che non si considerano collaborazionisti, sembra non avere nessuna notizia dell’Olocausto, anche quando fa veloci rimpatriate in Germania.
Questo di Jünger è uno dei diari più sconcertanti scritti durante la seconda guerra mondiale. Se non l’avete fatto finora, leggetelo subito.
Ernst Jünger, Irradiazioni, Parma, Guanda, 1993.