Irrequietezza senza fine
Miro il cielo infinito, ove le stelle si affacciano imperitureal confine dell'oblio, che afferra la inquieta anima.
Sogno che qualcuna d'esse, si muova a compassione
e scenda qui giù, nella terra arida, ove nessuna
radice trova più linfa per dar la vita.
Provo a tracciare una via di fuga
in quell'universo ricco di opportunità
ma che cieco pare essere verso me.
Sempre più lungi, la stagione degli amori
della quiete dell'anima...
Rumori, frasi, suoni sordi al mio pregare
il sapore della mia insana innocenza si perde come
inghiottito da buchi neri, deformandola in qualcosa che
non mi appartiene più.
Pensieri arditi, fin troppo per un cuore cosi delicato
il passar di un dono cosi spontaneo, pare far
da prologo ad un emozione che negligente
ai dettami della mia irrequietezza, accende un
pallido sorriso lunare.
Senza fiato, avvilito, inerme afferro
la mia paura eterna...quella d'amare!
Credo solo nel mio universo fittizio, imperfetto
prendo la parte di me più recondita, custodita
nei dedali intricati di un'oscura stanza, ove
attende paziente ed oscena, una parte di me.