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Isaac Cordal ed il suo progetto “Cement Eclipses”: omini tristi inglobati dal cemento

Creato il 03 dicembre 2013 da Alessiamocci

Camminando per una città europea, potrebbe succedere in qualunque momento di trovarsi davanti la statua di un uomo a mezzo busto, posata in una pozzanghera, come se il personaggio stesse per annegare.

Ed è solo un esempio dei tristi pupazzi, schiavi del cemento, proposti dallo scultore e fotografo spagnolo Isaac Cordal.Cement Eclipses” è il nome del suo ultimo progetto, che si propone di sensibilizzare gli abitanti delle grandi città, mettendoli in guardia sui rischi della cementificazione selvaggia ed indiscriminata.

Un’idea nata nel 2006, che mira a creare un connubio fra fotografia e scultura, al fine di scuotere le coscienze sul problema del degrado ambientale in cui versano le nostre città. Alte appena circa 25 cm, le piccole sculture di cemento sono concepite come denuncia per indurre a riflettere sui problemi che attanagliano le metropoli odierne.

La trasformazione della città si ripercuote sui suoi abitanti, in un rapporto di continua metamorfosi, e il cittadino è rappresentato come un pupazzo. L’umanità sta distruggendo la natura in nome dell’espansione urbanistica, attraverso l’avanzata del cemento. Il cittadino scompare e diventa parte dell’arredo urbano.

Il senso stesso di città si disperde, con le sue piazze, le fontane, i piccoli quartieri. Ecco quindi che nelle strade si materializzano tristi pupazzetti fatti di cemento, una pozzanghera diventa una piscina, una grata una prigione, una buca un burrone, simboli di un disorientamento sociale con cui ci scontriamo ogni giorno, afflitti da logiche di consumismo sfrenato.

Una riflessione sulla condizione umana nel mondo, usando la scultura come mezzo per la realizzazione e la fotografia come fine per testimoniarla, è quello che caratterizza questo progetto di piccole installazioni umane. Solitudine, inquinamento, isolamento, sedentarietà e ritmi frenetici, queste le idee comunicate da tali miniature con lo scopo di sbigottire l’ignaro passante che le vede improvvisamente apparire, di fronte a sé, nei luoghi della città che abitualmente attraversa.

Il cemento è la nostra impronta sulla naturaha dichiarato l’artista. “Esso devasta le coste di numerosi paesi del mondo, raggiunge gli spazi rurali e arriva ad invadere quanto poco di incontaminato ancora rimane sul nostro pianeta”.

Ogni scultura rappresenta un personaggio della nostra vita, o noi stessi, in alcuni atteggiamenti perfettamente riconoscibili, come schiavi del successo, degli affari e dei consumi, con tutte le loro inevitabili conseguenze sulla società e sul pianeta. Sebbene Isaac Cordal faccia riferimento al mondo della Street art, è riuscito a produrre un complesso di opere che vanno ben al di là, facendo incontrare la plasticità della scultura col gusto della miniatura, l’attenzione al dettaglio con il progetto complessivo.

Fate attenzione dunque. Nelle grandi città europee sono poste queste statuine metropolitane che animano storie dal tono narrativo e surreale. Sarebbe un bell’incontro!

 

Written by Cristina Biolcati

 

 


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