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Isabella Ferrari: l’Italia del cinema, con fatica, è ancora in grado di vincere

Creato il 03 settembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

L’ultimo lungometraggio in cui ha recitato come attrice è valso all’Italia un premio Oscar: in La Grande Bellezza Isabella Ferrari ha interpretato il ruolo di una donna ricca che non ha bisogno di lavorare, ma le cose nella vita della splendida 50enne, madre di tre figli, moglie e musa del cineasta Renato De Maria, sono molto diverse. Candida nel suo vestito bianco la Ferrari ha portato la sua grazia e un progetto al Lido di Venezia: è lei infatti la produttrice associata e la protagonista nel nuovo film del suo amato La Vita Oscena. Tratto dall’omonima biografia di Aldo Nove il film è ancora senza distribuzione.

Isabella, cos’è che l’ha colpita di Aldo Nove tanto da mettere in gioco se stessa, come attrice e produttrice, per un film ispirato all’autobiografia dell’autore?
Da sempre sono una fan delle parole di Aldo. In particolare ne La vita oscena mi ha affascinato la storia forte, hard, molto difficile da raccontare. Il romanzo girava in casa con l’idea di farne un film, sentivo che c’erano difficoltà, l’ho letto per curiosità e mi ha commosso e per la prima volta nella mia carriera sono voluta intervenire anch’io come produttrice. Interpreto la madre di Aldo, e forse questo ruolo me lo ha fatto conoscere ancora più in profondità, non solo come autore.

Isabella Ferrari Venezia 71
Com’è per una donna, che è madre nella vita, interpretare questo ruolo anche sul grande schermo?
Ho detto subito a Renato (De Maria n.d.r.) che qualora il film avesse preso vita avrei voluto essere io a interpretare la madre. In questo film il mio ruolo mi è venuto incontro non ho avuto difficoltà ad interpretarlo, non c’è stata una perticolare costruzione perché ho provato la gioia di interpretare la madre che tutti vorremmo, che vorrei essere, che non infligge il senso di colpa ai figli, che è solare.. la grande madre idealizzata nei sogni di questo ragazzo. Poi pian piano sono diventata madre del film come produttrice, ho riversato le mie passioni. È stata un’esperienza importante che non so se si ripeterà.

La collaborazione con Aldo Nove è poi proseguita con un altro progetto…
Sì, attraverso un libro appena uscito, Forma/Luce, realizzato anche grazie a Bulgari, in cui lui ha scritto delle poesie su alcune donne rivoluzionarie. Da Saffo a Marilyn Monroe, da Giovanna D’Arco a San Suu Kyi, fino a Emily Dickinson e Afrodite, ispirandosi a delle mie vecchie fotografie in bianco e nero. È un viaggio emozionale e artistico, i cui fondi andranno a favore di Save The Children.

L’estate è finita ma durante la bella stagione ormai alle spalle è andato di nuovo in onda in televisione, come ogni anno, uno dei suoi primi successi, Sapore di Mare. Come si spiega che alcuni film riescono a essere Cult anche dopo più di 30 anni dalla loro uscita?
I Vanzina con quel film hanno raccontato una borghesia molto sentita che in realtà non è mai cambiata in tutti questi anni, non mi stupisce che sia rimasto un film cult e amato dal pubblico. La stessa cosa probabilmente accadrà a La Grande Bellezza di Sorrentino che ha cercato di raccontare una tematica senza tempo: l’impossibilità di contenere la bellezza. Nonostante le fatiche immense che hanno gli autori a girare i loro film, l’Italia continua a esser presente e a vincere. Purtroppo però i premi non bastano da soli ad aumentare i fondi. Servono sicurezze: siamo tutti assolutamente precari.

di Sandra Martone per Oggialcinema.net


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