ISEE 2016 disabili: quali novità reali, positive e negative

Da Raffa269

Con il Dpcm 159/2013 è entrata in vigore la nuova legge di stabilità per i cittadini italiani, in cui sono state previste alcune modifiche all' ISEE 2016, che riguardano anche il delicato mondo dei disabili e delle disabilità.

Prima di tutto, però, è importante fare un rapido excursus sulla definizione di ISEE, per capire fino in fondo in quale misura i suoi cambiamenti per quanto riguarda le persone con disabilità possono influire nella vita quotidiana.
L'ISEE è, per definizione, l'indicatore della situazione economica equivalente, ossia permette di avere cognizione della situazione economica delle famiglie italiane. Nel suo computo rientrano tutti i redditi derivanti da lavoro dipendente e autonomo, quelli derivanti dal patrimonio in essere nel nucleo familiare, e gli eventuali redditi sociali erogati dagli enti assistenziali sociali attivi nel Paese. Inoltre, per il calcolo dell'ISEE è anche importante la composizione del nucleo familiare, ossia il numero di persone che lo compongono.

Non entreremo nello specifico dei calcoli, degli indicatori e dei fattori di moltiplicazione, ma a grandi linee questo è quello che costituisce l'ISEE, che dev'essere compilato e aggiornato annualmente perché rappresenta un documento fondamentale per la richiesta delle prestazioni sociali agevolate. In base alla dichiarazione ISEE, infatti, gli enti previdenziali o, in generale, gli enti pubblici, decidono quali famiglie hanno diritto alle esenzioni o alle riduzioni e quali no.

Fatta questa doverosa e rapida premessa sull'ISEE e sulle sue caratteristiche, adesso possiamo concentrare l'attenzione sulle novità apportate con la nuova legge di stabilità emanata dal Governo Renzi ai nuclei familiari con uno o più persone disabili al loro interno. Negli ultimi tempi si sono rincorse molte voci, alcune leggende metropolitane e molte notizie false riguardo i cambiamenti del nuovo ISEE, soprattutto per quanto riguarda i disabili. Vediamo quindi di fare chiarezza esponendo i cambiamenti reali, tangibili, che sono stati introdotti.

I più attenti si saranno certamente accorti che, nella veloce introduzione, nella definizione di ISEE sono stati inseriti anche i redditi provenienti dagli enti previdenziali, ossia gli assegni di assistenza previsti dall'ordinamento italiano per le persone in difficoltà. Questa è la prima, importante, novità perché ribalta tutto quello che era stato finora fatto nel calcolo ISEE.
Come è ben noto, infatti, i redditi assistenziali sono esenti da qualsiasi regime fiscale, non vengono quindi sottoposti a nessuna tassazione proprio perché vengono erogati in favore di persone con una difficoltà oggettiva e meritevoli di assistenza.
Cosa cambia adesso? Dal punto di vista fiscale possiamo tranquillizzare che per il momento il tutto rimane invariato ma questi redditi, dal 2016, concorrono a pieno nella definizione di ricchezza del nucleo familiare, ossia fanno cumulo con gli altri redditi in ingresso nella famiglia.

Chi vive con una persona disabile, nella compilazione dell'ISEE dovrà fare cumulo sommando i redditi da lavoro dipendente, autonomo, i redditi da patrimonio e le eventuali pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento.
Si tratta di un passaggio fondamentale per chi deve convivere quotidianamente con una qualsiasi forma di disabilità, perché dal momento che gli assegni di sussistenza fanno cumulo con gli altri redditi, l'ISEE inevitabilmente aumenta e questo di fatto preclude a tantissimi disabili la possibilità di ottenere le esenzioni fiscali e sociali che, fino a quest'anno, erano un loro diritto.
Infatti, per poter ottenere l'esenzione nelle prestazioni sanitarie, per esempio, il Governo ha giustamente stabilito un tetto limite per il valore dell'ISEE, al di sotto del quale si è meritevoli di esenzioni e al di sopra del quale si è ritenuti sufficientemente capaci economicamente di pagare la prestazione. Appare evidente come, con l'obbligo di inserire nel computo anche i redditi da assistenzialismo sociale, le famiglie che fino all'anno scorso rientravano appieno nei limiti imposti dal Governo per le esenzioni, con la nuova legge verranno escluse, causando un grave disagio.

Questa decisione del Governo ha fatto storcere il naso a tutte le associazioni a tutela delle persone con disabilità, tanto che sono stati numerosi gli esposti presentati in merito al Consiglio di Stato che, dopo un'attenta analisi, ha ritenuto opportuno dar loro ragione, bocciando di fatto la mossa del Governo, appellandosi anche all'articolo 3 della Costituzione Italiana, perché le spettanze derivanti dai sostegni sociali, così come no vengono tassate, non possono nemmeno essere considerate un fattore di ricchezza con cui fare cumulo per il calcolo dei redditi, perché si tratta di indennità previdenziali e non di stipendi o di redditi.

Il Consiglio di Stato ha, quindi, suggerito al legislatore di intervenire per modificare questa norma, riportando il tutto in una situazione di normalità e continuando a garantire ai cittadini in difficoltà i diritti spettanti dalla legge. Tuttavia, dal Governo e dai Ministeri del Lavoro e dell'Economia, il consiglio non è stato recepito ma, anzi, è stato chiesto un secondo appello al Consiglio di Stato per valutare una seconda volta l'opportunità di inserire questi redditi tra quelli cumulabili. Attualmente la legge di stabilità con tutte le sue riforme sta facendo il suo corso anche in questo senso, non è prevista una sospensione né un intervento di modifica a breve, pertanto le famiglie che nel loro nucleo hanno una persona con una forma di disabilità, nella prossima compilazione ISEE sono tenute a inserire anche questi assegni assistenziali, a meno di un'improvvisa inversione di marcia da parte del Governo...

Se, questi, sono i cambiamenti apportati al computo secco del reddito per il calcolo della ricchezza, la legge di stabilità ha introdotto anche altre novità a carico delle famiglie con persone disabili a carico. In particolare riguardano le franchigie e alcuni parametri di calcolo, fattori di esclusione e moltiplicatori.

Entrando più nello specifico della questione, infatti, nel calcolo dell'ISEE non si deve tenere conto delle spese che la famiglia deve sostenere per le cure della persona disabile, spesso molto esose. Inoltre, con la nuova Legge di Stabilità, è stata inserita la deducibilità dei trasferimenti esentasse, ossia i versamenti che vengono effettuati nel caso in cui la persona disabile venga trasferita in una struttura di cura oppure venga affidata all'assistenza di una badante che ne cura la quotidianità.
Ci sono stati, inoltre, dei cambiamenti anche per quanto riguarda le franchigie, in riferimento agli eventuali patrimoni in essere nelle disponibilità di una famiglia con una persona diversamente a carico. In particolar modo, la legge di stabilità ha posto l'attenzione sui patrimoni immobiliari, con l'attuazione di diverse franchigie sulla base del grado di invalidità certificato dagli enti assistenziali.

E' stata quindi introdotta una franchigia di 4 mila euro sui redditi da patrimonio immobiliare nel caso in cui il grado di disabilità del soggetto invalido sia ritenuto medio, 5.5 mila euro nel caso in cui si tratti di una disabilità grave e si arriva fino a 7 mila euro nel caso in cui il soggetto diversamente valido non sia completamente autosufficiente nello svolgimento delle attività di base della quotidianità.

In riferimento ai soggetti disabili che non hanno ancora compiuto la maggiore età, inoltre, sono previsti degli ulteriori innalzamenti della franchigia, che per una disabilità media arrivano a 5.5 mila euro, grave a 7.5 mila euro e 9.5 mila euro quando il giovane disabile non viene considerato autosufficiente.

Con l'inserimento di queste franchigie, il Governo ha inteso mitigare in qualche modo gli effetti dell'entrata nel computo del reddito delle indennità di invalidità. In questo modo, si ha un abbattimento del valore dell'ISEE: questa potrebbe essere considerata una novità positiva ma tuttavia, carte alla mano, l'ISEE delle famiglie con persona disabile a carico calcolato secondo il metodo precedente a quello introdotto con la Legge di Stabilità entrata da poco in vigore, risulta comunque più basso e, quindi, maggiormente meritevole di esenzione da parte delle Amministrazioni Pubbliche e degli Enti Assistenziali del territorio.

Le franchigie, infatti, sono state accolte con un tiepido entusiasmo da parte delle associazioni a difesa delle famiglie con portatori di handicap, che si auspicano un intervento riparatore nel più breve tempo possibile, in modo tale da riportare la situazione a una condizione di normalità tale che le persone con oggettive difficoltà possano essere tutelate e aiutate, così come prevede la nostra Costituzione.

Il calcolo dell'ISEE non è certamente facile, è quindi necessario rivolgersi al CAF o, comunque, a un professionista che conosca la nuova normativa e sappia adottare nel modo corretto i fattori di calcolo e di detrazione che sono stati previsti dalla legge di stabilità. Qualsiasi errore, violazione e/o omissione nell'atto dichiarativo dell'ISEE può essere perseguito con sanzioni pecuniarie, che si aggiungono a un calcolo dell'ISEE effettuato di default dall'Agenzia delle Entrate.
Il dibattito è comunque aperto e le associazioni in difesa delle famiglie colpite dai cambiamenti stanno continuando con le loro mozioni per cercare di ottenere un intervento tempestivo da parte del legislatore.