Il video, la cui autenticità è ancora da verificare, mostra nelle ultime immagini anche minacce ad un ostaggio Usa: Peter Kassig, indicato come prossima “vittima sacrificale”. Il boia che ha ammazzato Henning spiega nel video che la ragione di quest’ultima infamia, ovvero i nuovi raid messi a segno dalla Gran Bretagna negli ultimi giorni in Iraq ai danni dei jihadisti Isis. La Bbc riporta le ultime parole pronunciate da Henning prima di morire: “Per via della decisione del nostro parlamento di attaccare lo Stato Islamico, io, in quanto britannico, pagherò il prezzo di quella decisione”.
A nulla sono quindi valsi gli appelli della moglie di Henning, che nelle scorse settimane supplicò pubblicamente lo Stato Islamico di non ammazzare il marito, in quanto “è un uomo di pace. Quando è stato rapito guidava un camion contenente aiuti umanitari per le popolazioni siriane. La sua morte non servirebbe alla vostra causa”.
Sdegnata la reazione del premier inglese Cameron: “Il brutale omicidio di Alan Henning mostra quanto sono barbari e ributtanti questi terroristi”, lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron. ”Faremo tutto il possibile per stanare questi assassini e portarli davanti alla giustizia”.
Lisa Monaco, Consigliere per la Sicurezza di Obama, commenta il fatto così: “Il video dell’Isis, se verificato, è una nuova prova della brutalità del gruppo e del perché il presidente Barack Obama ha articolato e sta andando avanti con una strategia ampia per colpirlo e distruggerlo”.
Lo stesso Obama non si è sottratto dal sottolineare ulteriormente la brutalità di quest’ultimo gesto dell’Isis: “Gli Stati Uniti condannano fermamente l’assassinio brutale di Halan Henning. Consegneremo gli estremisti alla giustizia. Henning lavorava per contribuire a migliorare la vita del popolo siriano. La sua morte rappresenta una grande perdita per la popolazione siriana, così come per la sua famiglia ed il popolo del Regno Unito. Insieme con i nostri alleati e amici britannici lavoreremo per consegnare i colpevoli dell’omicidio di Halan – così come degli omicidi di Jim Foley, Steven Sotloff e David Haines – alla giustizia”.
Anche l’Onu ha condannato assai duramente quest’ultimo omicidio, e in un comunicato si legge che “Questo crimine è un tragico promemoria del pericolo crescente che i volontari umanitari affrontano ogni giorno in Siria. Quanto accaduto dimostra ancora una volta la brutalità dell’Isis, che è responsabile di migliaia di abusi contro il popolo siriano e iracheno. I membri del Consiglio di Sicurezza chiedono il rilascio immediato, sicuro e incondizionato di tutti coloro che sono tenuti in ostaggio dall’Isis, dal Fonte al-Nusra e tutti gli altri individui, gruppi ed entità collegati ad al-Qaeda”.