Islanda un paese freddo che si scalda

Creato il 10 ottobre 2010 da Lamiaeconomia
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Alle banche islandesi potrebbe essere chiesto di andare incontro ai cittadini, che da mesi protestano contro gli istituti, responsabili di un grave peggioramento delle loro condizioni di vita. Un “passo indietro” che potrebbe essere pari a circa 2 miliardi di dollari, e che prenderebbe la forma di una sorta di maxi-sconto sui debiti contratti per l’acquisto di immobili.
La richiesta arriva direttamente dal governo, che giudica ormai urgente un gesto da parte del sistema bancario per alleggerire il peso dei debiti che grava sulle spalle delle famiglie dell’isola nordica. Ciò in ragione della condotta delle stesse banche nel periodo pre-crisi, fatta di speculazioni e grandi rischi che hanno portato di fatto al crollo dell’intero settore. Lo stesso ministro dell’Economia, Arni Pall Arnason, si è detto favorevole ad una soluzione di questo tipo. Il “Gruppo d’interesse delle case”, organismo che rappresenta chi ha contratto un mutuo e non riesce più a farvi fronte (si tratta del 39% dei proprietari di immobili), ha quantificato la cifra necessaria per dare ossigeno ai cittadini in difficoltà in circa 200 miliardi di corone, pari ad 1,8 miliardi di dollari.
Il primo ministro islandese, Johanna Sigurdardottir, già dopo le manifestazioni di martedì scorso, che hanno visto scendere in piazza 8 mila dimostranti (cifra non indifferente, considerando il numero di abitanti dell’Islanda), aveva sottolineato la necessità di «aprire dei negoziati con le banche e i fondi pensione». Ma una rinuncia a circa 2 miliardi di dollari di crediti equivarrebbe a circa l’8% degli asset totali in possesso degli istituti finanziari del Paese. E nonostante molti siano ormai controllati dallo Stato, non è detto che possano permettersi un’operazione simile.
Dott Fabio Troglia
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