I Monologhi di Sana – Rubrica
“(…)Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno.(…)”
(“Lentamente muore” – Martha Medeiros)
Sempre più mi sperdo, mi allontano dalla costa, mi distanzio
dalla ragazzina paurosa col cuore in frantumi.
E mi avventuro in questa vita che sembra
un mare in tempesta.
Siamo tutti spaventati, terrorizzati, indecisi.
Non sappiamo come viverla,
qualcuno si è scordato di darci il libretto delle istruzioni,
prima di accendere il nostro bisogno di libertà.
Ci guardiamo sempre come se fossimo tutti nemici,
pronti a scattare sulla trappola che ci attende al varco.
Come se dovessimo sempre contrattare sulle catene che andiamo imponendoci.
Ma io non lo comprendo fino in fino,
non mi si confà, la vigliaccheria non ha mai fatto parte di me…
eppure una piccola spia lampeggiante continua a ribadirmi “pericolo!pericolo!”
La voce del mio grillo parlante mi rimbomba nella testa:
“Rifletti bene Sana, perchè se bevi alla bottiglia, che non sai cosa contenga, prima o poi ne pagherai le conseguenze…”
E allora è tutto qui?
Un discorso lasciato a metà,
che non si capisce mai cos’è?
Mi sento al centro di una livella,
una scelta di direzione che segnerà inevitabilmente chi diventerò.
Da una parte c’è il buono, la piccola, sostanziale certezza del materiale,
la grigia sicurezza; senza tumulti, senza sconvolgimenti…
un cuore che batte in sordina, la resistenza passiva alle brutture del mondo.
Dall’altra lo sconvolgimento del sogno, che esiste casuale…ma che quando c’è illumina il sorriso come il più splendente dei soli.
Un flusso colorato di musica ed emozioni.
Resto indecisa, facendo ora un passo in una direzione, poi nell’altra
e finisce che per mesi non vado da nessuna parte.
Ma qualcosa dentro di me mi sta dicendo di scegliere.
Provo a mutare il punto di vista, per capire
cosa voglio, cosa è meglio.
Qual è la soluzione per la vita, per viverla?
Da una parte il tutto, dall’altra…il niente.
E a quel punto fare la scelta è un attimo, lo sapevo già che sarebbe finita così…
io nel grigio non ci so stare.
Ma rimescolo le carte a modo mio,
non accetto le regole di questo gioco così come sono.
Basta solo una punta di coraggio.
E scopro che non c’è nessun nemico, nessun predatore.
È come guardarsi in uno specchio.
Dall’altra parte del vetro vedo
qualcuno con le mie identiche paure.
“Questa vita non va…è tutto sbagliato!”
“Lo so.”
“E quindi?”
“Cambiamola. Lì dove e come ci è possibile, rigettiamo le regole della normalità in sordina.”
“Ho paura delle catene.”
“Anche io.”
“E allora?”
“Allora non ce ne mettiamo!”
Troviamo la strada per sfiorarci l’esistenza, senza vendere l’anima al diavolo.
Perchè partire dal presupposto che devi aderire a modelli prefatti che altri hanno pensato per te?
Costruisci la vita che vorresti, con le tue regole.
Puoi rinunciare a tutto per paura oppure trovare isole di libertà in questo mondo sbagliato.
Riscrivi la realtà che ti circonda, trova il coraggio.
È la bandiera dell’anarchia delle emozioni.
Chi ha detto che così non va bene, che fatto così non è vero?
Era un altro, non ero io.
Questa esistenza è la mia.
P.S.
Non mi avrete mai come volete voi!