Non ho scritto niente non per blocco dello scrittore, ne per mancanza di tempo effettiva, ma perché non c'era nulla di vecchio che volevo diventasse nuovo, e non avevo il giocondo punto fermo che aiuta quando si deve mettere nero su bianco il pensiero...
Caos
Che a me piace, e piace parecchio, perché dal caos nascono le cose migliori, nasce quella sete di saputo che ancora non ho sedato, e che è ancora sapere, fine a se stesso, anche se ricco e in movimento.
Vivo di cose nuove, contenute nel caos dell'esistenza scelta, che macino nel voler arrivare all'ambizione numero uno: la risoluzione.
Ok, sono stata alquanto criptica in queste prime righe, ma giuro che non volevo fare l'ermetica della situazione, è che ci sono millecinquecento bilioni di ragioni che mi fanno sragionare ragionevolmente.
Sviscererò e sottoporrò alla vostra attenzione, ma non qui e non adesso.
I miei genitori vivono in un limbo di boh/mah/chissà/forse... e sono abbastanza laconici in questo.
Ma non lo sono stati, durante quella cena, sono stati piacevolissimi, divertenti e di compagnia, come so sanno essere, e come so vorrei fossero sempre.
E poi vi parlo del pomeriggio a Verona, che è sempre la mia città; l'unica per la quale lascerei Brescia.
Vi parlo di tre ragazze che mangiano un panino affacciate sull'Arena; della collezione di Lazzari che non capisco se mi si addica nonostante i trent'anni, ma della quale acquisto comunque un maglioncino della serie "vestivamo alla marinara"; della nuova collezione neo intrapresa un po' nerd e un po' infantile, dei Pops Disney, quegli action characters con la testona grossa ed il corpo piccino, che ho inaugurato con Disgusto di "Inside Out"; dello svaligiamento di cartoleria ai danni di Tigers...