"Sono molto felice di poter contare su un film straordinario come L'accabadora per inaugurare IsReal" conferma il direttore artistico Alessandro Stellino "un festival che si propone di indagare in maniera libera e trasversale il campo del 'cinema del reale', la cui ricchezza risiede proprio nella commistione delle forme e dei linguaggi. Il film di Enrico Pau, regista che ammiro e seguo con grande affetto dai tempi di Pesi leggeri, rappresenta al meglio il tentativo di trascendere una tradizione e un immaginario, rinnovando entrambi alla luce di un pensiero artistico personale e coraggioso. L'intero festival poggia su questa concezione, lasciando ampio spazio all'arte documentaria ma senza negarsi aperture al cinema di finzione, laddove esse possano offrire lo spunto per un dialogo creativo e proficuo intorno alla rappresentazione cinematografica della contemporaneità".
Scritto dal regista con Antonia Iaccarino e prodotto da Film Kairos e Mammoth Film, L'accabadora, che verrà proiettato in anteprima assoluta presso l'Auditorium Giovanni Lilliu mercoledì 6 aprile alle 21, ha per protagonisti Donatella Finocchiaro, Barry Ward, Carolina Crescentini, Sara Serraiocco e Anita Kravos ed è ambientato al principio degli anni '40 a Cagliari, sotto i bombardamenti delle truppe alleate. "Ogni film nasce da una necessità profonda e L'accabadora ha origine dal mio desiderio di confrontarmi con il passato della nostra terra" sostiene il regista cagliaritano. "Ho voluto tornare indietro a quei giorni drammatici, per dare forma ai racconti di mia madre bambina sotto le bombe. La guerra e le sue distruzioni costrinsero molti a lasciare la città, con le sue comodità, i suoi caffè, i suoi cinema, i suoi teatri, per cercare riparo nella campagna. Decine di migliaia di cagliaritani sfollarono, ma qualcuno rimase a tenerla in vita, e a loro è dedicato il film". Ad accompagnare il film durante il festival, ci saranno anche una mostra dei costumi realizzati per la protagonista da Antonio Marras e le foto di scena di Nicola Casamassima e Francesca Manca di Villahermosa, esposte nelle sale temporanee del Museo del Costume. "Abbiamo riflettuto sulla necessità di elaborare un cromatismo capace di mettere in relazione i colori della terra, del cielo e della natura" specifica Pau "perché volevamo uscire dall'idea stereotipata di Sardegna che troppo spesso vediamo nei quadretti di un certo folklore che imprigiona la nostra identità ai temi classici del nero, del bianco delle pecore, dei paesini pietrosi collocati su montagne impervie come quelle della Barbagia. Ho chiesto ai miei reparti artistici di colorare tutto ispirandosi all'idea pittorica di alcuni grandi artisti sardi degli inizi del Novecento, volti alla ricerca di una luce diversa per tratteggiare un'isola più sognata che reale. Lo stesso vale per i costumi disegnati da Marras per vestire la nostra Accabadora, come il suo mantello: un oggetto senza tempo, un abito che la giovane donna ha ereditato dal passato della sua famiglia e che svolge un ruolo fortemente simbolico".
Il programma completo della manifestazione, che prevede un concorso internazionale, l'omaggio a un ospite d'eccezione, una selezione di opere fuori concorso e alcuni eventi speciali, verrà comunicato a fine marzo.