ISS: impresa di pulizie cercasi

Creato il 27 ottobre 2015 da Media Inaf

L’astronauta statunitense Sunita Williams armata di spruzzino e strofinaccio, pronta a far le pulizie a bordo della ISS.

Una folta comunità di batteri della pelle popola la Stazione Spaziale Internazionale. Le nuove analisi dei campioni di polvere periodicamente raccolti a bordo della ISS per garantire un ambiente il più possibile sicuro agli astronauti che la abitano, svelano la presenza di agenti batterici potenzialmente pericolosi per l’uomo.

La ricerca, appena pubblica su Microbiome, ha individuato la presenza di batteri patogeni, perlopiù innocui per noi che stiamo a Terra ma potenzialmente pericolosi se sviluppati in uno spazio ristretto ed estremo come quello della ISS.

La Stazione Spaziale Internazionale è il nostro avamposto umano nello spazio, un laboratorio scientifico a gravità zero, in orbita attorno alla Terra a una quota di 400 chilometri di altezza. Ora scopriamo che è anche il posto ideale per coltivare batteri che potrebbero causare infezioni e irritazioni della pelle agli astronauti a bordo. Come è possibile?

È bene ricordare che la ISS è un ambiente unico nel suo genere, dove il corpo umano è sottoposto a condizioni di microgravità, costantemente bombardato da radiazioni ionizzanti, ed elevate concentrazioni di anidride carbonica. I risultati di questo studio servono a NASA, e alle agenzie spaziali che partecipano al progetto, per capire come mantenere pulito questo complesso laboratorio orbitante.

A questo punto della ricerca, lo studio non può affermare con certezza che questo genere di batteri possa costituire una reale minaccia alla salute degli astronauti, certo non è piacevole constatare che  il livello di “sporcizia” a bordo della ISS sia superiore alla norma. Actinobacteria: dai risultati delle ricerche svolte al NASA Jet Propulsion Laboratory risulta che il tipo di agenti patogeni presenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale siano batteri della pelle. Una comunità microbica superiore a quella che normalmente si sviluppa a Terra dentro uno spazio “protetto” come una camera bianca. Sulla ISS ci sono 6 astronauti la volta, in una camera bianca circa 50 ricercatori.

Vero è che a gravità terrestre è molto più facile pulire in modo efficace un ambiente. «Monitorare costantemente la qualità dell’aria e dell’ambiente in cui vivono i nostri astronauti ci aiuta a intervenire più efficacemente a garanzia della salute di astronauti e strumentazione», spiega Kasthuri Venkateswaran, primo autore dell’articolo. Un lavoro che diventa tanto più importante nell’ottica di progettazione di missioni di lunga durata, come quella verso Marte.

Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga