Vanoli rintraccia - capitolo per capitolo, tappa per tappa - le tracce profonde ma per lo più nascoste della presenza musulmana in Italia: "spesso mascherate, ancor più spesso volutamente dimenticate". Tracce profonde e secolari, a partire dalla conquista della Sicilia nel IX secolo: "[m]a fu il sacco di Otranto del 1480″ - per mano degli ottomani di Maometto II, che dopo Costantinopoli puntava a conquistare anche Roma (ma morì l'anno dopo) - "l'evento che si impresse negli animi in maniera più profonda e duratura. le coste si gremirono di torri di guardia e postazioni d'allarme; mentre le città presero a incrementare le proprie fortificazioni". Non solo guerra, però: perché - com'è noto - nel corso dei secoli i rapporti tra l'impero Ottomano e gli stati italiani produssero idee, gusti, mode - soprattutto grazie agli schiavi e ai rinnegati. Ma c'è anche un'altra e molto più recente "Italia araba", quella degli immigrati arrivati soprattutto a partire dagli anni '80: un mondo che è entrato nel nostro quotidiano, che ha massima - e purtroppo controversa! - visibilità.
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