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Istanbul, Europa: I libri su Istanbul, Aziyadé (di Pierre Loti)

Da Istanbulavrupa

Quando viaggio – anche viaggi brevi, da una sponda all’altra del Bosforo – ne approfitto regolarmente per letture amene, romanzi che molto spesso amo comprare già invecchiati: e l’ho fatto anche domenica, approfittando della trasferta a Manisa per l’inaugurazione dello stabilimento Ferrero. I miei gusti letterari sono voracissimi e senza limiti, ma negli ultimi tempi sto selezionando e accatastando romanzi ambientati a Istanbul e in Turchia; anche cimeli: come la lettura di domenica, Aziyadédi Pierre Loti.

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Istanbul, Europa: I libri su Istanbul, Aziyadé (di Pierre Loti)
Dello scrittore francese ho già parlato tempo fa, rimando a quel post che parla di un libro su di lui e di un luogo a lui particolarmente caro (Eyüp): “Pierre Loti e le evase dall’harem“. Aziyadé è un romanzo semi-autobiografico, pubblicato nel 1879 e ambientato nel periodo immediatamente precedente la guerra russo-ottomana del 1877-1878; racconta l’amore proibito e tragicamente finito dell’ufficiale di marina (inglese, nella finzione) per una giovane circassa già schiava e poi sposa di un ricco e vecchio musulmano: non mi ha assolutamente entusiasmato, perché di superficiale banalità e soprattutto perché di dichiarata natura orientalista. Orientalista nel senso più deleterio del termine, Costantinopoli come ricettacolo di tutti gli esotismi e delle licenze erotiche; nonostante Aziyadé e la loro vita costantemente in comune, sembra che Loti – talmente immedesimato da avere un alter-ego turchizzato nelle maniere e nei costumi – si voglia portare a letto tutta la giovane popolazione femminile dell’allora capitale (senza preclusioni su etnia o religione): donne insoddisfatte, uomo occidentale, sesso assicurato!

Basta una frase, a ricostruire la visione del mondo dello scrittore: “L’Orient a du charme encore; il est resté plus oriental qu’on ne pense“; per non parlare della venatura anti-semita: gli ebrei che figurano nel romanzo sono rigorosamente strozzini e malvagi! Insomma, anche se Loti ha assunto sembianze turche gli occhi sono rimasti quello di un irriducibile straniero, incapace di lasciarsi contaminare nell’animo.


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