No, non ce ne stiamo sempre in giro; abbiamo semplicemente concentrato delle attività interessanti nella giornata di lunedì: e prima di andare allapresentazione del festival del cinema di Istanbul e al wine bar Corvus, siamo andati a fare una passeggiata nel parco di Emirgan dove non ero mai stato. E’ un luogo magico, incantato: un parco immerso nel verde proprio sul Bosforo (lato europeo), meta d’elezione per pic-nic domenicali. E’ nato nel XIX secolo come parco della residenza – uno splendido yalı in riva al mare – di İsmail Paşa, il khedive d’Egitto esiliato dagli inglesi nel 1879; tutta la famiglia regnante egiziana si trasferì a Istanbul, lasciando in eredità una serie di lussuose dimore oggi aperte al pubblico (se ne è parlato lo scorso anno in una mostra all’Istanbul Research Institute). A poche decine di metri, c’è invece la residenza più moderna del principe – sempre degli Hıdiv – Mehmet Ali Hasan: costruita nel 1927 da Edoardo De Nari, acquistata successivamente dalla famiglia Sabancı e oggi sede di uno splendido museo a cui presto dedicherò un post speciale (lo merita!).
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Come a Yıldız, si mangia benissimo a costi contenuti: e la vista è semplicemente strepitosa, il Bosforo in tutta la sua gloria solcato da gigantesche petroliere e barche da diporto, la costa opposta con tratti urbanizzati e tratti ancora selvaggi; visto che il locale era semi-vuoto, abbiamo preso possesso – nel padiglione giallo, sarı köşk: costruito dall’architetto Baylan – di un tavolo addossato alla finestra: abbiamo provato filetto, köfte e le insalate mistissime che fanno qui, con unanime soddisfazione (si spende sulle 30 lire turche a persona, meno di 15 euro; non vengono servite bevande alcoliche). Abbiamo rinunciato al dessert per prenderlo poco distante: una pasticceria proprio sull’acqua – a fianco del museo Sabancı – specializzata nel muhallebi, il pudding che a me piace mangiare aromatizzato alla mastica; stavolta ho optato per un keşkül (sempre pudding al latte, ma a base di madorle: ma ciò che più conta, a Sütiş (questo il nome del locale), è l’atmosfera di vivificante rilassatezza che nasce dall’incontro virtuoso tra la brezza e il sentore del mare, i raggi di un sole che comincia a scaldarsi, le delizie del dolce. Mi sistemerei lì per intere mattinate, per interi pomeriggi (si può anche pranzare, a base di kebab).