Personalità politiche e religiose italiane e israeliane sedute insieme ad inaugurare un intelligente progetto in collaborazione.
L'unica cosa che ho da presentare è il mio nome, senza titoli: just me, myself and I.
Proprio quando ho finito il giro di presentazioni sento un megafono che ci chiama per cominciare il giro. Saliamo tutti su un pulman e comincia l'avventura : scusateperilrumoremal'autistamihaspiegatocheappenasmettodiparlareilmicrofono gracchia perciò volevo solo dirvi che ci divideremo in due gruppi quelli che parlano ebraico e quelli .....................
Intanto io guardo fuori dal finestrino e guardo cielo e mare che si incontrano e non sento più il microfono e neanche il mio vicino di sedile che parla parla e parla, guardo solo il mare e penso che solo per questo è valsa la pena di venire qui oggi.
Scendiamo , stiamo per entrare nel Tunnel dei Cavalieri Crociati.
L'ingresso buio si affaccia su uno spiazzo.
Osservo da dietro i miei occhiali .
Le case sono costruite una sopra l'altra: cubi bianchi su rettangoli di pietra appoggiati su cemento, interrotti da archi collegati da ponti e corridoi con finestre affacciate su vicoli.
Su ogni balcone , non importa quanto povera sembri la casa , c'è un'antenna parabolica, una è addirittura bruciata ma è li in piedi e chissà, magari fa anche il suo dovere.
Vedo una statua in gesso di S. Giorgio e il drago che fa compagnia alla Statua della Libertà che chiacchera con una S. qualcosa di cui non ricordo l'iconografia.
Mi giro e di nuovo vedo questo mare mozzafiato con le mura che hanno visto Napoleone e il sole che sta per tramontare .
E proprio vicino al nostro ingresso c'è un banco traboccante con un frutto che neanche riconosco, sembra una piccola mela verde (forse è proprio una piccola mela verde).
Entriamo nel tunnel ,afferro dalla guida che è molto difficile da costruire ingegneristicamente perchè è un tunnel in diagonale... ma io non seguo voglio tornare in superficie, voglio altre sorprese!
Dopo una breve visita al caravanserraglio, arriviamo finalmente alla nostra inaugurazione.
Siamo nella parte araba della città.
Le porte sono adornate da un nastro. Accanto a loro siede un cuscino di velluto su cui riposano un paio di forbici.
Ci sediamo davanti all'edificio,vicino a noi un gruppo di uomini coi baffi, tanti tanti baffi, fumano narghilè e giocano a shesh-besh. Mentre cerco di distinguere le parole dei discorsi ufficiali (pare che il microfono non funzioni neanche qui) sento degli schiamazzi alle mie spalle e mi giro in tempo per vedere un ragazzo di 14 anni seduto sulle mura dietro di noi che ci tira addosso pezzi di catrame secco. Perchè?
Dovrebbe fare ridere secondo lui. Ma noi non ridiamo. I suoi amici si.
Comunque quasi nessuno si scompone e la cerimonia continua.
Dopo che una moto ci passa vicino a tutto gas arriva una macchina.
Il clacson urla fatemi passare ho una sposa a bordo, devo portarla alla festa sul mare!
Niente da fare la sposa scende e passa a piedi proprio mentre l'ambasciatore fa il suo discorso e intanto ,se Maometto non va alla montagna, arriva il battello per venirla a prendere proprio dietro le mura e la musica è a tutto volume .
I discorsi sono finiti ed ecco che il cuscino viene sollevato, le forbici tagliano il nastro , le porte sono aperte.
Entriamo nel palazzo e io cerco il mio amico mare, lo trovo al piano di sopra e mi perdo di nuovo nei suoi bellissimi orizzonti.
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