Il premio Nobel per l'Economia del 2010 ritiene che i programmi di aggiustamento fiscale dei singoli paesi europei faticheranno a funzionare, mentre la soluzione alla crisi del debito potrebbe venire da istituzioni più forti, ad esempio dalla creazione di un organismo indipendente che elabori previsioni economiche credibili per i singoli paesi.
In attesa di nuove istituzioni ai paesi dell'euro non rimane che rivolgersi alla Banca centrale europea e al suo programma di acquisto dei titoli di Stato sul mercato secondario. "Non credo che i programmi presentati dai paesi funzioneranno. In Grecia, ad esempio, il paese inizia a ribellarsi", ha detto l'economista cipriota Christopher Pissarides partecipando oggi a Venezia ai Nobels Colloquia.
"Serve un quadro istituzionale più forte. Come la formazione di un consiglio per la politica fiscale come ha la Gran Bretagna e altri paesi che non ha poteri esecutivi, ma di moral suasion sul ministro delle Finanze. Una cosa come questa potrebbe permetterci di guardare le finanze e lo schema fiscale di ogni paese permettendoci di fare previsioni su come evolverà il debito e il deficit".
Per l'economista: "Non deve essere il singolo paese a fare le previsioni ma un organismo indipendente. Solo così i tedeschi sarebbero disposti ad aiutare i paesi che ne hanno bisogno: principalmente l'Italia seguita dalla Spagna e dalla Grecia in ragione del debito da ripagare. E il motivo per cui lo farebbero è che sarebbero impegnati a salvare l'euro".
Secondo Pissarides non ha senso parlare dello scioglimento dell'euro. "Sarebbe una decisione disastrosa per l'integrazione europea: bisogna fare in modo che funzioni". Nel frattempo, l'unica soluzione, per il premio Nobel, è quella di chiedere alla Bce di stampare più denaro e di comprare buoni del Tesoro. Se questa soluzione alimentasse l'inflazione, non sarebbe un grosso problema secondo l'economista che, anzi, vede un vantaggio competitivo nell'eventuale accelerazione della dinamica dei prezzi europei.Tratto da Milanofinanza.it 3 Dicembre 2011