Istria insolita. Viaggio tra Italia-Slovenia e Croazia

Creato il 06 ottobre 2013 da Perladietiopia

La mia avventura questa volta ha il sapore di una traversata in tre Stati diversi: ItaliaSloveniaCroazia. Niente Vespa questa volta e neppure il fantasioso Liberty della Piaggio della scorsa puntata. A guidarmi,invece, una bicicletta della Decathlon senza cambi e poco adatta a quest’avventura, le mie fragili gambe e un sentiero ciclabile che collega in qualche modo Trieste alla Croazia, la così detta Parenzana. Ex ferrovia a scartamento ridotto che è stata rimessa a nuovo proprio per creare una pista ciclabile  lunga circa 121 KM che collegasse tre Stati, appunto.

Da dove iniziare, dunque? dal porto triestino? direi di no. Il viaggio inizia in Croazia, ad Umag ovviamente. Probabilmente molti di voi avranno solamente letto il suo nome sui cartelli autostradali in direzione di Pula. Per me, invece, è stata la prima tappa del (faticoso) percorso e la mia meta. Per chi non lo sapesse, Umag è una piccola cittadina marittima che affaccia sul mare dell’Istria, a circa 15 km dal confine con la Slovenia. La città di certo non può considerarsi come la perla della Croazia: è piuttosto piccola e costellata di sale da gioco che hanno qualcosa di non so che, che mi ricorda l’Italia e, in particolar modo, Milano. Appena fuori, invece, si apre un mondo che profuma di pace e di natura, forse perchè a fine settembre i turisti sono rientrati a casa, curvi sulle scrivanie con una tazza di caffè fumante a fianco al computer. La natura qui, insieme al mare, fa da padrona. Ecco perchè l’ho scelta come tappa di origine, come un tuffo in quella natura che manca a chi vive in città.

Ammetto che il tratto ciclabile croato fino alla dogana slovena è  piuttosto faticoso, ma merita ogni sospiro e maledizione. Non aspettatevi, dunque, 15 km di strade pianeggianti che costeggiano il dolce litorale con la brezza marina che vi accompagna. La strada da Umag alla Slovenia , se così si può definire, è collinare. Salite e discese si alternano a ripetizione fino alla dogana, ma la vista insolita delle saline è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni. 

Una volta superata la frontiera con ID alla mano, il percorso sloveno si fa molto più dolce e panoramico. Costeggia il mar Adriatico, un piccolo porticciolo dove sono attraccate barchette tutte uguali e attraversa famose località balneari come Portoroz e Piran sino ad arrivare a Izola e Koper, che noi tutti conosciamo come Capodistria.

Se vi dovessi consigliare una tra le città che si affacciano sulla Parenzana, sceglierei Piran, senza dubbio. Non credo sia questione di gusto, perchè anche il New York Times nel libro “36 hours – 125 weekends in Europe” ha individuato proprio la cittadina come un “must see” nel Southeast europeo. E sì, con i suoi colori pastello e la sua storia datata  VII secolo d.C, merita per davvero. Affacciata su un’insenatura romantica, la città natia del violinista italiano Tartini, attira ogni anno decine e decine di turisti dai Paesi vicini, da Trieste e dall’Italia in genere. L’architettura veneziana, le botteghe di artisti e i numerosi caffè sono motivo di orgoglio degli abitanti sloveni. Del resto Pirano è Mare, è colori, è profumo di sale e ristoranti di pesce sul lungomare. Forse è proprio questo che la rende una delle città più belle dell’Istria.

Ed ecco che con 60 km sulle spalle, o meglio nelle gambe, la mia scoperta della costa istriana si è conclusa propiro con Piran, un po’ troppo presto forse, ma sicuramente ne è valsa la pena.



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