La mia avventura questa volta ha il sapore di una traversata in tre Stati diversi: Italia – Slovenia – Croazia. Niente Vespa questa volta e neppure il fantasioso Liberty della Piaggio della scorsa puntata. A guidarmi,invece, una bicicletta della Decathlon senza cambi e poco adatta a quest’avventura, le mie fragili gambe e un sentiero ciclabile che collega in qualche modo Trieste alla Croazia, la così detta Parenzana. Ex ferrovia a scartamento ridotto che è stata rimessa a nuovo proprio per creare una pista ciclabile lunga circa 121 KM che collegasse tre Stati, appunto.
Da dove iniziare, dunque? dal porto triestino? direi di no. Il viaggio inizia in Croazia, ad Umag ovviamente. Probabilmente molti di voi avranno solamente letto il suo nome sui cartelli autostradali in direzione di Pula. Per me, invece, è stata la prima tappa del (faticoso) percorso e la mia meta. Per chi non lo sapesse, Umag è una piccola cittadina marittima che affaccia sul mare dell’Istria, a circa 15 km dal confine con la Slovenia. La città di certo non può considerarsi come la perla della Croazia: è piuttosto piccola e costellata di sale da gioco che hanno qualcosa di non so che, che mi ricorda l’Italia e, in particolar modo, Milano.
Ammetto che il tratto ciclabile croato fino alla dogana slovena è piuttosto faticoso, ma merita ogni sospiro e maledizione. Non aspettatevi, dunque, 15 km di strade pianeggianti che costeggiano il dolce litorale con la brezza marina che vi accompagna. La strada da Umag alla Slovenia , se così si può definire, è collinare. Salite e discese si alternano a ripetizione fino alla dogana, ma la vista insolita delle saline è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni.
Una volta superata la frontiera con ID alla mano, il percorso sloveno si fa molto più dolce e panoramico. Costeggia il mar Adriatico, un piccolo porticciolo dove sono attraccate barchette tutte uguali e attraversa famose località balneari come Portoroz e Piran sino ad arrivare a Izola e Koper, che noi tutti conosciamo come Capodistria.
Se vi dovessi consigliare una tra le città che si affacciano sulla Parenzana, sceglierei Piran, senza dubbio. Non credo sia questione di gusto, perchè anche il New York Times nel libro “36 hours – 125 weekends in Europe” ha individuato proprio la cittadina come un “must see” nel Southeast europeo.
Ed ecco che con 60 km sulle spalle, o meglio nelle gambe, la mia scoperta della costa istriana si è conclusa propiro con Piran, un po’ troppo presto forse, ma sicuramente ne è valsa la pena.