E’ stata indetta una manifestazione cittadina per il 25 giugno alle 19:00 in piazza della Signoria, a cui a cui prenderanno parte educatori e insegnanti, genitori, bambini e tutti coloro che ritengono l’educazione infantile un perno per la nostra società.
Durante l’assemblea è stato ribadito l’atteggiamento sordo dell’amministrazione comunale in merito alle richieste dei genitori, del Nido il Fortini, che hanno presentato 50 firme, contro la privatizzazione dello stesso.
Il passaggio della struttura al privato è stata comunicata, sia ai genitori che ai dipendenti, dopo la presa di decisione, addirittura quest’ultimi lo hanno appreso dal giornale, per ribadire il rispetto nei loro confronti.
Hanno privato i cittadini del diritto di scegliere per i propri figli, le iscrizioni erano già state confermate ma riferite ad un servizio che da settembre non sarà più lo stesso. Il nido Il Fortini, ha finora ottenuto degli ottimi risultati nel suo percorso, ma per l’amministrazione comunale tutto ciò che concerne l’infanzia è un fardello di cui il comune intende disfarsi.
Il comune non può permettersi il lusso di preoccuparsi della formazione nell’infanzia, ogni incontro con l’Assessore Di Giorgi ha dato quesito esito, l’unico aspetto preso in considerazione è quello economico. Quando i genitori hanno sottolineato l’eccellenza del servizio finora offerta al Nido Fortini, la risposta, riferita dai genitori, dell’Assessore all’istruzione è stata :
“Perché volete l’eccellenza, nella sua convinzione che i genitori non siano in grado di distinguere una struttura privata da una pubblica. Ora, non s’intende attaccare la professionalità delle cooperative, ma è evidente che le condizioni di lavoro non garantiscono quel clima supportivo che il Nido deve fornire.
Per quanto riguarda le cooperative, c’è la solidarietà piena ai lavoratori, che confermano la posizione precaria del loro impiego, con minori diritti, rispetto ai dipendenti pubblici.
E’ personale ricattabile, se non accetta le imposizioni rischia il licenziamento. Il lavoro in generale sta assumendo questo aspetto, in tutti i settori, siamo ingranaggi intercambiabili, usa e getta.
L’amministrazione sostiene che questo aspetto, dei lavoratori delle cooperative, non gli compete, visto che è inquadrato a norma di legge.
Le conseguenze, si ripercuotono, anche sulla qualità dei servizi, sulle ore di programmazione/educazione, cardine del servizio stesso. Il rapporto numerico educatore bambini non è rispettato ed il turnover priva di continuità il suddetto processo formativo.
Il tutto ricade, inevitabilmente sulla quotidianità dei bambini: qualità e risparmio sono inconciliabili in questo caso.
L’attaccare apertamente, gli educatori e gli insegnanti, che finora hanno investito energie e passione nel loro compito è come scaturire l’ennesima guerra fra poveri, per distogliere l’attenzione dal vero intento, quello di privatizzare e delegare il servizio; probabilmente oltre al fardello dell’educazione quello che preme è garantirsi un esercito di disperati, troppo impegnati a sopravvivere per lottare in tutela dei loro diritti.
Un passo indietro nel baratro dell’incertezza….
Si assiste ad un aumento esponenziale delle strutture private, che inizialmente riguardava solo parte del servizio,con la gestione mista e che oggi sta assorbendo il pubblico, in un processo inarrestabile. La gestione privata è stata incentivata dai vincoli sulle assunzioni. Oggi che questo aspetto è superato, manca la volontà di perseguire il servizio stesso.
Mancano dati certi in merito al Risparmio presunto, accennado a percentuali poco chiare, con una totale mancanza di trasparenza, in ogni caso siamo convinti che non si può far cassa sull’educazione dei minori.
Le scuole, hanno iniziato un processo di statalizzazione, dopo l’ultima riforma Germini ed i continui tagli, il cedere queste strutture allo Stato è come consegnarle al declino.
La stampa non da visibilità alla mobilitazione cittadina, da qui il nostro appello” Uniamoci” per un fine comune, difendiamo il diritto all’istruzione per i nostri figli fuori da logiche di mercato.
Per una società la cui centralità sia l’uomo, non i soldi, in difesa e tutela dei diritti dei lavoratori, faticosamente conquistati.