L’Olimpico di Roma è pronto ad accogliere nuovamente l’Italrugby, dopo le due partite del Sei Nazioni 2012. In particolare, è pronto a ricevere i Campioni del Mondo, la squadra di rugby più forte del pianeta, gli All Blacks. Non una test match qualunque per l’Italia, vuoi per il nome dell’avversario, per la haka che ne precede il fischio d’inizio, vuoi per la grande attenzione mediatica che attira una sfida contro i maestri del rugby. Tra gli azzurri c’è la consapevolezza di poter far bene, nonostante l’enorme divario tecnico che persiste tra i due team. In questi casi, però, più delle qualità tecniche, per i padroni di casa sarà fondamentale dimostrare di avere il carattere e la personalità adatta per fronteggiare la Nuova Zelanda.
”Spero che la squadra non abbia paura di questa sfida, bensì che vada a dare il massimo delle sue potenzialità”. Le parole di Jacques Brunel sintetizzano perfettamente ciò che l’Italia dovrà fare in campo. Nessun timore reverenziale e massima abnegazione in ogni fase della partita, se non si vuole correre il rischio di subire una dolorosa imbarcata. In questo senso, capitan Parisse scaccia – almeno a parole – i dubbi del suo ct: “Sappiamo di non essere favoriti, ma le partite vanno giocate. Gli All Blacks sono i primi al mondo, noi 11/i, ma sicuramente non regaleremo la partita”. Il destino della partita sembra già scritto, ma chissà che gli oceanici non possano quantomeno soffrire, per uno spezzone di gara, la straordinaria voglia degli azzurri.
Le scelte di Brunel, poi, confermano come questo test match sia, in realtà, la sfida più importante dell’anno. Dentro tutti gli uomini che in questo momento danno più garanzie al ct francese, con conseguente rinvio degli esperimenti progettati dal transalpino. Le decisioni di inserire dal 1′ minuto Bergamasco Mi. e Venditti alle ali volgono in questo senso, così come l’avvicendamento tra Burton e Orquera in favore di quest’ultimo. Favaro per Barbieri è l’unico cambio che, a caldo, susciterebbe qualche perplessità, ma le doti di placcaggio di Simone, probabilmente, hanno indotto Brunel a puntare forte su di lui. Debutto in nazionale meritatissimo, invece, per Francesco Minto, in grande spolvero nelle ultime settimane. Dopo le scialbe prestazioni di Geldenhuys e Furno, il suo utilizzo era preventivabile. Importante cambio anche in prima linea, dove rientrano il carisma e la forza prorompente di Martin Castrogiovanni.
In casa All Blacks, le preoccupazioni sono davvero ridotte al minimo. La forza straordinaria della rosa a disposizione di Steve Hansen permetterà al tecnico neozelandese di far riposare uomini del calibro di Dan Carter e Cory Jane, che si accomoderanno in panchina e di Richie McCaw e Israel Dagg, spediti addirittura in tribuna. Tuttavia, Hansen non si fida degli azzurri (“Ci aspettiamo una difficile sfida con gli azzurri. [...] Non vedranno l’ora di scendere in campo nell’Olimpico esaurito e questo darà loro ulteriori motivazioni”), auspicando una partita rognosa, soprattutto dal punto di vista fisico. Difficoltà che emergeranno sopratutto all’inizio del match, ma l’enorme tasso tecnico e il gioco degli All Blacks, a lungo andare, potrebbero fare la differenza. Anche senza i quattro sopracitati, i tuttineri possono contare sulla coppia di centri più forte del pianeta probabilmente, Conrad Smith e Ma’a Nonu, senza contare i giovani Beauden Barrett, Julian Savea e Sam Cane, considerato da molti il nuovo McCaw.
Il ct neozelandese, in conferenza stampa, ha dichiarato di temere il gioco degli ‘avanti’ azzurri, per le grandi capacità fisiche di cui sono dotati i nostri. E Brunel sa che l’unico modo per restare in partita il maggior tempo possibile è puntare sulla mischia e sulle maul, cercando di partire subito a mille per scardinare la difesa neozelandese. Prendere esempio dalla Scozia, capace di passare in vantaggio subito, marcando alla fine anche tre mete, non poche se l’avversario si chiama All Blacks. Replicare la partita degli scozzesi, comunque, non è facile, per svariati motivi. Per l’Italia sarà invece fondamentale essere aggressiva e propositiva in attacco fin da subito e placcare tanto (e bene) in difesa. Il difficile sarà tenere i ritmi elevati per 80′. I Campioni del Mondo alla fine imporranno la loro legge, ma l’impressione del sottoscritto è che dovranno sudare molto per farlo…
Foto: mondovale.corriere.it
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OA | Daniele Pansardi