Un’Italia più che brillante è riuscita a contenere gli All Blacks per un’ora di gioco, costringendoli sulla difensiva in più occasioni. Alla fine, l’immenso talento neozelandese ha prevalso sui nostri azzurri, ma la prestazione dei nostri è stata di indubbio valore.
Andrea Masi, 7: cominciasse ad usare il piede, sarebbe un signor estremo. Intanto, si rivede il Masi di qualche tempo fa: potente nelle penetrazioni in attacco e nei placcaggi in difesa, dove Brunel azzecca la mossa di spostarlo qualche metro più avanti.
Giovanbattista Venditti, 6,5: l’ala abruzzese va ad intermittenza, alternando buone giocate a svarioni difensivi non da poco. Il giudizio, però, è sicuramente positivo, anche per la grande grinta sfoggiata in ogni azione. Ed è pur sempre un classe ’90.
Tommaso Benvenuti, 5,5: stona un po’ con il resto dei trequarti, ma è pur sempre un passo avanti rispetto alla gara di Brescia. Buone invenzioni in attacco ma qualche imprecisioni di troppo.
Alberto Sgarbi, 7: il voto viene alzato dalla meta, ma resta l’eccellente partita del centro di casa Benetton. Svolge i compiti assegnati ottimamente. Degno di nota il cross-kick del primo tempo per Bergamasco, degno della miglior apertura.
Mirco Bergamasco, 6: pesano gli offloads sbagliati nel primo tempo, che potevano innescare azioni importanti. In compenso, è preciso in tutte e due le fasi e salva anche una meta già fatta.
Luciano Orquera, 7: il confronto con Burton è automatico e l’apertura delle Zebre lo stravince. Fa girare bene la squadra, proponendosi quando serve e placcando (bene) più del normale.
Edoardo Gori, 7,5: dire che si fa preferire a Botes è riduttivo, perché “Ugo” sembra decisamente il miglior numero 9 italiano al momento. Guida bene la mischia e dà sicurezza. Il futuro è suo.
Sergio Parisse, 6,5: nel primo tempo delizia il pubblico con alcune giocate di fino, mentre nella ripresa soffre un po’ a causa di un infortunio. Non esce, perché da capitano vuole essere il primo a dare tutto per la causa.
Simone Favaro, 8,5: non c’è uomo in maglia nera che non abbia assaggiato la sua forza. Placca qualunque cosa gli giri intorno, anche l’erba. Micidiale.
Alessandro Zanni, 8: qualunque allenatore lo vorrebbe in campo. La sua presenza è fondamentale per tutta la squadra e quando esce si vede.
Francesco Minto, 8,5: se a qualcuno non fosse chiaro, per lui era il debutto in nazionale. All’inizio sembra patire un po’ la partita, ma col passare dei minuti entra pienamente nei ritmi, facendosi trovare dappertutto.
Antonio Pavanello, 6,5: una mole di lavoro enorme anche per lui. Insieme a Minto, è la seconda linea migliore dell’Italia. Unica annotazione a sfavore, qualche pallone di troppo perso in touche.
Martin Castrogiovanni, 7,5: la haka non lo spaventa mica. Un leone. Ruggisce in mischia ed in ogni raggruppamento.
Leonardo Ghiraldini, 7: la touche non funziona granché oggi, ma per il resto lui è sempre presente.
Andrea Lo Cicero, 7,5: c’è chi lo voleva in pensione già da un pezzo, ma il Barone ha ancora molto da dare. Dà continuità alla prestazione di Brescia, guidando da vero leader la prima linea.
Davide Giazzon, 5,5: sicuramente non all’altezza di Ghiraldini. Qualche errore di troppo.
Lorenzo Cittadini, 6,5: in mischia spinge come meglio non può. Utile come sempre.
Andrea De Marchi, 6: negli ingaggi si fa sentire, ma con il gioco alla mano non ci siamo.
Quintin Geldenuhys, 5,5: cerca di fare il possibile, cioè poco.
Robert Barbieri, 6,5: potente e affidabile. Solite incursioni di prepotenza dove mette in mostra la sua infinità determinazione.
Mauro Bergamasco, 5: sempre di più sul viale del tramonto.
Tobias Botes, 5: tanta buona volontà, veramente tanta. Ma anche tante imprecisioni, dovute a una foga eccessiva.
Luke McLean, 5: poco tempo a disposizione, ma è sufficiente per capire il perché Masi gli sia preferito come estremo.
Foto: corriere.it
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
OA | Daniele Pansardi