Ieri si è tenuta la giornata internazionale contro omofobia, bifobia e transfobia. Quando si tratta di discriminazioni verso persone che non si riconoscono nel canone etero imposto, i numeri sono agghiaccianti:
- due terzi dei gay europei, intervistati in un sondaggio anonimo in rete, hanno dichiarano di aver paura di passeggiare come una coppia qualunque e di tenersi per mano;
- l’80% afferma di aver subito atti di bullismo a scuola;
- il 26% conferma di aver subito aggressioni verbali o fisiche durante gli ultimi 5 anni.
L’Italia, in particolare, nell’ultimo anno si è dimostrata fortemente intollerante e arretrata culturalmente in merito a rispetto nei confronti delle perone lgbtqia:
- la percentuale delle aggressioni è saluta fino al 54% del totale;
- Il 34% degli intervistati ha lamentato atti di discriminazione sul posto di lavoro.
Mentre la Gran Bretagna si conferma il Paese maggiormente impegnato contro la violenza e la discriminazione sessuale in tal senso e mentre la Francia promulga proprio oggi la legge sulle nozze gay appena approvata dalla Corte costituzionale, Bulgaria e Italia si dimostrano i Paesi più inattivi sul piano culturale e giuridico e fanalini di coda della classifica dell’ILGA, rispettivamente con solo il 18% e il 19% di leggi a riguardo.
L’organizzazione non governativa Ilga-Europa, che rappresenta oltre 400 gruppi gay, non ha potuto esimersi dal dare un giudizio severo sull’Italia: <<Nonostante l’Italia abbia un livello relativamente alto di violenza omofoba o transofoba non si muove sul piano dei codici, non si preoccupa di preparare nuove leggi>>.
L’Italia, senza una legge contro l’omofobia e le discriminazioni, senza alcun riconoscimento giuridico nei confronti delle coppie gay e con l’obbligo di sterilizzazione chirurgica per cambiare legalmente nome e genere, ottiene solo 19 punti percentuali, collocandosi al di sotto di Paesi quali Andorra, Lituania, Cipro e appena al di sopra di Turchia e Kossovo.