Una partita che poteva diventare storica per l’Italia del rugby, ad un passo dal battere l’Australia n°3 del ranking mondiale. Resta la consapevolezza di poter lottare ad armi pari anche con nazionali di maggior blasone. Le pagelle.
Andrea Masi, 7: per distacco il migliore nel disastroso primo tempo. In crescita nel gioco al piede, utilizzato da vero estremo. Un ariete nelle incursioni offensive, dove fa sentire la sua potenza.
Giovanbattista Venditti, 5: l’ala delle Zebre palesa problemi di handling, un fondamentale ancora tutto da registrare. Tatticamente rivedibile.
Tommaso Benvenuti, 5,5: continua a non convincere pienamente Tommy, anche se concede quasi nulla alle incursioni australiane. In attacco paga un fisico non propriamente statuario, che lo rende poco incisivo.
Alberto Sgarbi, 6: prova a dare la scossa nel primo tempo con un qualche avanzata da dietro, ma senza molto successo. Bene in difesa.
Mirco Bergamasco, 5: si dimentica di Cummins sulla meta australiana e non si rende quasi mai protagonista. Esce per un grave infortunio nella ripresa, gli auguriamo una pronta guarigione.
Luciano Orquera, 8: da quanto tempo non si vedeva un numero 10 azzurro giocare così? Luciano è protagonista di una partita da urlo, dove prende per mano la nazionale e la guida verso la rimonta: passaggi puliti e precisi, gioco al piede praticamente perfetto e attacco della difesa avversaria nei momenti opportuni. Viene a mancare nel momento topico, ma il giudizio non può che essere positivo.
Edoardo Gori, 7: possiamo dirlo, l’Italia ha trovato il mediano di mischia del futuro. Avrebbe anche gli 80′ nelle gambe, ma Brunel inspiegabilmente lo fa uscire.
Sergio Parisse, 5: gioca perché è il capitano, perché si chiama Parisse e perché è il simbolo di questa squadra. Altrimenti un posto in panca non glielo toglierebbe nessuno. Confusionario e impreciso, non intercetta un pallone che garantirebbe la meta del sorpasso.
Robert Barbieri, 5,5: mezzo voto in più per la meta realizzata, ma questa volta il flanker trevigiano fa cilecca. Si fa trascinare nell’indisciplina generale del primo tempo, rimediando anche un cartellino giallo.
Alessandro Zanni, 6,5: meno incisivo rispetto ad altre uscite, ma è comunque un fattore in ogni azione.
Francesco Minto, 8,5: il Man of the Match dell’incontro. Risponde presente anche quest’oggi, placcando l’impossibile. Solo il secondo cap in nazionale, ma sembra già il trascinatore assoluto.
Quintin Geldenhuys, 6: partita diligente per Quintino, senza fronzoli e con pochi errori.
Martin Castrogiovanni, 7: il migliore della prima linea: inizialmente in difficoltà ma in crescendo continuo. Il suo ruggito, alla fine, risuona sempre.
Leonardo Ghiraldini, 6: le 4 touche rubate dagli australiani nel primo tempo non sono solo colpa sua, ma influenzano il giudizio. Per il resto, una buona prova.
Andrea Lo Cicero, 6: prezioso il lavoro svolto fino all’uscita per infortunio.
Michele Rizzo, 6,5: grande lavoro in mischia chiusa, non fa rimpiangere il Barone.
Davide Giazzon, 6: buona prova, ma c’è ancora da lavorare sulle touche.
Lorenzo Cittadini, 6,5: entra dalla panchina e dà il solito contributo al pacchetto italiano.
Antonio Pavanello, 5,5: entra bene in campo e fa il suo, ma l’errore in ricezione al 80′, che quasi manda in meta Ashley-Cooper, nega agli azzurri l’ultimo tentativo di assalto.
Manoa Vosawai, 5: la sua freschezza poteva essere determinante per sferrare il colpo decisivo agli Aussie, invece non incide come dovrebbe e si lascia sfuggire una comoda touche.
Simone Favaro, 6,5: solita, grande prestazione del placcatore azzurro per eccellenza.
Luke McLean e Tobias Botes, sv: pochi minuti per mettersi in luce.
Foto: rugby.blogosfere.it
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
OA | Daniele Pansardi