'Italia, come stai?': Cairoli e Petacchi, due lampi in una domenica deludente

Creato il 04 luglio 2010 da Federicomilitello

Più ombre che luci per lo sport italiano nella prima domenica di luglio. Cominciamo dalle buone notizie. Tony Cairoli continua la sua inarrestabile marcia nel Mondiale motocross. Nel Gp di Svezia, infatti, il centauro tricolore ha sfoderato la solita prestazione superlativa, trionfando in entrambe le gare davanti al belga Desalle, ora distante 67 punti nella graduatoria generale: un abisso. Al Tour de France è arrivata subito una vittoria italiana grazie ad un imperioso sprint di Alessandro Petacchi: a 36 anni lo spezino sa ancora rivaleggiare ad armi pari con gli avversari più giovani, anche se Cavendish e Farrar sono rimasti attardati in una caduta. Buone notizie sono pervenute anche dal golf, dove Francesco Molinari ha chiuso in seconda piazza nell'Open di Parigi al termine di uno spareggio con lo spagnolo Jimenez. Bene anche Manassero, 26mo.
Passiamo, però, alle note dolenti, sulle quali è necessario soffermarsi con più attenzione.I Campionati Europei di canoa velocità, inutile girarci attorno, sono stati a dir poco disastrosi. I limiti del nostro movimento emergono in maniera inequivocabile quando, come in questo caso, Josefa Idem (ottava) fallisce l'obiettivo. La 46enne italo-tedesca è una fuoriclasse forse ineguagliabile, tuttavia non è giusto addossarle tutto il peso della responsabilità. Josefa a parte, perché da 20 anni a questa parte non emerge una sola ragazza talentuosa? Dove sono le giovani? Evidentemente non si è saputa sfruttare la grande visibilità che la Idem ha portato con le sue vittorie. Non vanno meglio le cose nel settore maschile, dove Zerial (ultimo nella finale dei 200) continua a deludere le aspettative ed il solo k4 (tra l'altro preparato con troppa approssimazione) a lasciare intravedere qualche buona prospettiva. Di questo passo sarà dura vincere una medaglia a Londra 2012. Le uniche soddisfazioni per la canoa giungono dal settore 'slalom', dove Daniele Molmenti (una vera garanzia il chiave olimpica) , con 2 vittorie ed un quinto posto, si è aggiudicato la Coppa del Mondo assoluta. Complimenti.
Il triathlon ha intrapreso la strada della programmazione, investendo giustamente sui giovani. Tuttavia, dovendoci attenere ai risultati attuali, in questo sport l'Italia, dopo l'abbandono di Nadia Cortassa, fatica a tornare ai vertici. Ai Campionati Europei si sono molto ben comportati Anna Maria Mazzetti (ottava tra le donne) ed Alessandro Fabian (in testa con i fuoriclasse Brownlee e Gomez sino all'ultima frazione, dove poi è crollato terminando addirittura 28mo!), tuttavia appare evidente come sia necessario per questi due giovani talenti (alle prime esperienze internazionali) accumulare la giusta esperienza per poter ambire a medaglie di prestigio. Insomma, un biennio di transizione in vista di futuri ed auspicabili successi (ma ormai questo ritornello, come in tanti altri sport, comincia a stancare).
Altra disciplina che, dopo alcuni risultati illusori delle passate stagioni, non riesce proprio a decollare in Italia, è il beach volley. Tutte le coppie italiane, sia maschili che femminili, in questa stagione non riescono (quasi) mai ad oltrepassare lo scoglio degli ottavi di finale (il podio, poi, è una chimera). I motivi di questi continui insuccessi sono molteplici (programmazione articolata male nell'arco dell'anno, mancanza di specializzazione e tradizione rispetto alle altre nazionali), tuttavia un quesito sorge spontaneo: perché 2 stagioni or sono la coppia composta da Francesco Giontella e Paolo Nicolai, bi-campioni del mondo (risultato storico) tra gli Under21, è stata smembrata tra i professionisti? Nicolai, infatti, è stato schierato con l'eterna promessa (mai sbocciata purtroppo) Simone Varnier, il quale, tra l'altro, è spesso infortunato. Se non si invertirà al più presto questa tendenza, l'Italia resterà una comprimaria in questo sport.
Nella Motogp si è verificato un fatto simile a quello avvenuto nella canoa: l'assenza di Valentino Rossi, per anni indiscusso dominatore, ha smascherato tutti i limiti del motociclismo italiano, ormai incapace di lanciare nuovi talenti. Dovizioso e Simoncelli sono dei buoni piloti, tuttavia i vari Lorenzo, Pedrosa e Stoner appaiono decisamente fuori portata. Nella Moto2, inoltre, Corsi e Iannone alternano ottime prestazioni a debacle inspiegabili, mostrandosi evidentemente immaturi ed incompleti per contendere un titolo mondiale. Nella 125 (la vera fucina dei campioni), infine, i centauri italiani sono addirittura scomparsi dalla circolazione in quello che è diventato un regno incontrastato della Spagna. Certo, il prossimo anno, e magari per altre 3-4 stagioni, Rossi tornerà a vincere (anche se con questo Lorenzo sarà comunque un'impresa ardua), ma dopo il suo ritiro cosa succederà? Al momento la prospettiva è quella di rassegnarsi a non vincere Mondiali per almeno 7-8 anni.
Federico Militello

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