Lo sci di fondo italiano, dopo i primi due appuntamenti stagionali, ha ottenuto la risposta che cercava: ai Mondiali di Fiemme 2013 ed alle Olimpiadi di Sochi 2014 potrà lottare per traguardi importanti. Il settore distance è risorto in pochi mesi e, per la prima volta dopo 15 anni, non si avverte più il bisogno necessario dei veterani Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa, i quali, è bene ricordarlo, saranno ancora utilissimi alla causa a dispetto dell'età. Roland Clara si è inserito ormai a buon diritto tra i primi cinque atleti al mondo nella tecnica libera e, soprattutto nelle gare con partenza ad intervallo, può lottare stabilmente per il podio. Ricordiamo che il prossimo anno si disputerà proprio con questo format la 15 km iridata. Per quanto riguarda le mass start (come sarà ad esempio la 50 km olimpica), invece, il 29enne altoatesino avrà vita ben più complicata, poiché, non essendo dotato di un buon spunto veloce, dovrà cercare di far selezione e staccare gli avversari. In ogni caso il prossimo obiettivo del fondista tricolore dovrà essere quello di migliorare a tecnica classica, di modo da poter ambire ad un piazzamento tra i primi 10 in classifica generale. Altra nota lieta è rappresentata dal 28enne David Hofer, diventato ormai polivalente dopo un inizio di carriera concentrato sulle sprint. Quest'ultimo, a differenza di Clara, sa farsi valere degnamente nei finali in volata, dunque potrebbe diventare un perno fondamentale sia nello scacchiere della 4x10 azzurra sia nelle prove con partenza in linea. Il prossimo fine settimana, inoltre, potremo vedere finalmente all'opera il talentuoso Federico Pellegrino, sprinter dalla classe sopraffina designato dallo stesso Piller Cottrer come futuro trascinatore della selezione tricolore. Come comprensibile, invece, procede lentamente il percorso di crescita della squadra femminile, che, dopo un debutto oltremodo positivo nella tappa inaugurale in Norvegia, ha raccolto solo le briciole in Finlandia. Dopo i ritiri di Marianna Longa ed Arianna Follis, servirà almeno un biennio per ricostruire una nazionale competitiva, anche se risultati migliori dovrebbero maturare nelle sprint grazie ad Elisa Brocard e Gaia Vuerich.
Alessandro Pittin, quarto e ad un passo dal podio a Kuusamo, ha dimostrato di essere sulla strada buona non per ritornare ai livelli di Vancouver 2010 (quando vinse uno storico bronzo), bensì per arrivare molto più in alto. Il combinatista friulano, grazie al lavoro del tecnico Fabian Ebenhoch (artefice negli ultimi anni del 'miracolo salto femminile'), sta progressivamente superando quella crisi tecnica nel salto che lo aveva afflitto per tutta la scorsa stagione, fattore che gli consente di raggiungere buone misure anche dai 'trampolini grandi'. Nella componente fondo, inoltre, il 21enne di Cercivento gode di una condizione di forma ottima, che lo colloca tra primi 3 migliori atleti sugli sci stretti. Molto convincenti anche le prestazioni di Lukas Runggaldier, reduce da un'estate non brillantissima, ma già vistosamente migliorato nello sci di fondo. E' lecito attendersi qualcosa in più da Armin Bauer e Giuseppe Michielli, i quali dovranno meritarsi il posto in squadra a suon di risultati, poiché alle loro spalle spingono diverse nuove leve di talento come Felix Peselj, Manuel Maierhofer, Samuel Costa e Mattia Runggaldier.
Partenza lenta per i discesisti azzurri e non è una sorpresa. La pista canadese di Lake Louise, infatti, mal sia adatta alle caratteristiche dei nostri atleti, che solitamente raggiungono il top della forma a cavallo tra dicembre e gennaio. Le condizioni atmosferiche e della neve, poi, non hanno di certo aiutato. E' bene ricordare, inoltre, che il campione del mondo Christof Innerhofer era reduce da un paio di gravi cadute, dalle quali era uscito fortunatamente solo con qualche ammaccatura. Già dal prossimo settimana, sul selettivo tracciato della 'birds of prey', il 26enne di Gais potrà rilanciare la sua candidatura per le prime cinque posizioni. Qualcosa di positivo ha lasciato intravedere Peter Fill, mentre preoccupa l'ormai cronica involuzione di Werner Heel. Segnali incoraggianti dai giovani Dominik Paris e Siegmar Klotz, mentre ha deluso l'eterna promessa Mattia Casse. In campo femminile i migliori risultati sono arrivati dalle veterane. Denise Karbon ha ritrovato sicurezza e fluidità d'azione tra le porte larghe del Gigante. Tecnicamente la 31enne di Castelrotto non si discute e nelle prossime competizioni potrà ambire con costanza ad un posto sul podio. E' un peccato, inoltre, che Manuela Moelgg sia costantemente bersagliata dai soliti problemi alla schiena, in quanto la tenacia e la forza di volontà di quest'atleta avrebbero meritato senz'altro una miglior sorte nel corso della carriera. La 28enne di San Virgilio di Marebbe resta la miglior azzurra tra le porte strette, anche se bisogna salutare il gradito ritorno di Chiara Costazza, che finalmente si è lasciata alle spalle 3 anni di calvario per un infortunio al tendine d'Achille. La 27enne di Cavalese può costituire quel punto di riferimento necessario per far crescere anche le sciatrici più giovani in una specialità in cui storicamente l'Italia fatica a produrre ricambi.
Federico Militello