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'Italia, come stai?': luci (Manassero e pesistica) ed ombre (tennis, F1, ciclismo)

Creato il 18 aprile 2011 da Federicomilitello
'Italia, come stai?': luci (Manassero e pesistica) ed ombre (tennis, F1, ciclismo)
Molti gli appuntamenti disputatisi nella settimana appena conclusa. Cercherò di fornire una visione d'insieme sul rendimento dell'Italia, in grande difficoltà in alcuni settori, ma in ottimistica crescita in altri.
Partiamo dagli aspetti positivi. Matteo Manessero ormai non fa più notizia e non è giusto definirlo una grande promessa del golf: a 18 anni (che compirà martedì) può legittimamente essere considerato un campione. Nel torneo dell'European Tour vinto a Kuala Lumpur, il secondo della sua brevissima carriera, il talento tricolore ha prevalso su quello che potrà diventare il suo più grande rivale nel prossimo ventennio, ovvero il nordirlandese Rory Mcllroy, nonché sul numero 1 del mondo tedesco Martin Kaymer. Dell'azzurro, già notevolmente affidabile e continuo dal punto di vista del gioco, nel quale ha messo a punto anche un putt di rilievo, impressionano la sua freddezza e, soprattutto, la sua umiltà. A differenza di tanti suoi coetanei calciatori, infatti, Matteo non è cambiato dopo aver assaporato la fragranza del successo, ben determinato a progredire costantemente per proseguire la sua scalata alla vetta del ranking mondiale. Insomma, non mi stupirei se a breve termine Manassero possa competere per la conquista di un Torneo dello Slam, magari il British Open.
La nazionale femminile di sollevamento pesi merita un bel 7 per le prestazioni realizzate agli Europei di Kazan, in Russia. Le medaglie (tre in totale) sono arrivate grazie alla stella cometa Genny Pagliaro, finalmente in ripresa dopo oltre due stagioni appannate. Dopo la delusione di Pechino 2008, dove non riuscì a completare neppure un'alzata, la 22enne nissena ha vissuto un periodo di profondo sconforto, pagando oltremodo il trasferimento a Roma, dove non è riuscita ad adattarsi. Tornata nella nativa Caltanissetta, la forte pesista sicula ha ritrovato fiducia e voglia di riemergere, iniziando inoltre ad allenarsi con la sorella Alessandra, che a soli 13 anni sta già infrangendo tutti i suoi record, lasciando intravedere un futuro all'insegna della famiglia Pagliaro per il sollevamento pesi italiano. Insomma, dopo essere tornata a toccare la soglia dei 180 kg, Genny ha tutto il tempo a disposizione per lanciare l'attacco ai 2 quintali, da sempre spartiacque decisivo per agguantare un podio mondiale od olimpico. Se la punta ha fatto il suo dovere, il movimento rosa in generale celebra diversi piazzamenti di rilievo tra le prime 10, che hanno sancito la miglior rassegna continentale degli ultimi anni: sesta Jennifer Lombardo (53 kg), decima Giorgia Bordignon (58 kg), ottava Giada Dijust (75 kg) e soprattutto è da segnalare l'ottima quinta piazza di Anna Rosa Campaldini nei +75kg, autrice di ben sei alzate valide e di tre nuovi record nazionali. La selezione femminile, dunque, possiede le carte in regola per qualificarsi come squadra ai Giochi di Londra 2012. Una notte senza luna, invece, è il quadro che meglio rappresenta la situazione in campo maschile, con gli azzurri non competitivi in campo europeo e, di conseguenza, senza speranze di approdare alle Olimpiadi. In questo settore il giovane su cui puntare per il futuro è Romario Avdiraj, già capace di sollevare 329 kg nel totale a soli 17 anni nella categoria dei 62 kg.
Ed ora veniamo alle note dolenti. Purtroppo molti Soloni dello sport hanno sempre definito la Fed Cup una competizione di secondo livello, che l'Italia riusciva a vincere quasi in scioltezza. Solo adesso, probabilmente, ci si accorge di quanto fondamentali siano state Francesca Schiavone e Flavia Pennetta per la storia del tennis italiano. Il 5-0 subito nella semifinale contro la Russia ci riporta indietro di almeno 7-8 anni, quando per il nostro Paese era impensabile non solo vincere il trofeo, ma addirittura giungere tra le prime quattro del globo. Orfana delle sue campionesse, l'Italia si è riscoperta nuda, avvolta nuovamente da quell'aurea di mediocrità che l'aveva contraddistinta in passato. Certo, Flavia e Francesca torneranno in nazionale e forse 1-2 Fed Cup potranno ancora vincerle, ma dopo? Roberta Vinci, nonostante tutto, ha già 28 anni, età in cui è difficile pensare ad un salto da qualità che le permetta di entrare tra le prime 20 del ranking. E' giovane, invece, Sara Errani (classe 1987), tuttavia, così esile e minuta, difficilmente potrà contrastare le poderose e forzute atlete dell'Est Europa. Alle loro spalle, inoltre, faticano ad emergere alcune giovani interessanti come Giorgi, Caregaro e Burnett. E allora, come sempre converrebbe fare in questi casi, si ricorrerà probabilmente alla naturalizzazione della russa Regina Kulivova, approdata al terzo turno a Wimbledon nel 2010 e sposata con un italiano. Storicamente per l'Italia non è mai stato semplice primeggiare nel tennis: se nell'ultimo lustro è nata una vera e propria era tricolore, il merito non può che essere attribuito al talento di Schiavone e Pennetta, sperando che appendano il più tardi possibile la racchetta al chiodo (la Leonessa ha già dichiarato di voler giocare fino a 40 anni).
L'Italia è sparita totalmente dalle grandi classiche del ciclismo. Il migliore azzurro, si fa per dire, all'Amstel Gold Race è stato Damiano Cunego, 15mo. Per anni si è discusso se quest'ultimo fosse più adatto ai grandi giri o alle corse di un giorno: il tempo ha dimostrato che il 29enne di Cerro Veronese non è altro che un corridore discreto, non certamente un campione. Al momento nessun italiano è in grado di vincere né la Freccia Vallone né la Liegi-Bastogne-Liegi. Unici ad avere qualche chances potrebbero essere proprio gli uomini da corse a tappe, ovvero Ivan Basso e Vincenzo Nibali, che parteciperanno alle due prestigiose classiche delle Ardenne con velleità di ben figurare. Nelle settimane passate avevo enunciato le giovani promesse del nostro ciclismo, per le quali bisognerà attendere almeno 3-4 stagioni. Attualmente bisogna stringere i denti, nella speranza di raccogliere il più possibile con il poco materiale a disposizione (ad esclusione delle corse a tappe). Su questi risultati negativi influisce certamente la pesante lotta al doping intrapresa nello Stivale ed in questo senso molti meriti vanno attribuiti al Coni ed alla Federazione. Forse si vincerà meno, ma di sicuro rispetto al passato c'è maggiore pulizia. All'estero, tuttavia, non tutti applicano la stessa lotta alle sostanze proibite (in alcuni casi , anzi, le favoriscono), dunque è inevitabile che in determinate circostanze qualche sospetto possa legittimamente sorgere.
Lewis Hamilton ha coronato con una meritata vittoria la sua miglior prestazione della carriera in quella che può ormai essere definita come FormulaSorpasso. Nei primi tre Gp, infatti, si sono visti molti più sorpassi che negli ultimi tre anni! Gomme e nuove regole (ala mobile e kers) hanno reso imprevedibili le gare, creando suspence in ogni tornata e tenendo con il fiato sospeso sino in fondo. Insomma, i Gran Premi soporiferi sono solo un ricordo. Se lo spettacolo ammirato in Cina è stato da palati fini, la Ferrari, ancora una volta, ha recitato da comparsa. Un dato è sotto gli occhi di tutti: dall'inizio della gestione-Domenicali la scuderia di Maranello ha commesso una serie infinita di errori, in alcuni casi grotteschi e pagati a caro prezzo. Nell'epoca d'oro del kaiser Schumacher e di Jean Todt la parola d'ordine era 'perfezione', obiettivo che quasi sempre veniva raggiunto. Fare due soste a Shanghai è stata una tattica suicida, con i piloti obbligati a subire passivamente i sorpassi dei rivali. Non ha convinto Fernando Alonso, già per due volte su tre dietro al compagno di squadra Felipe Massa in questa stagione. La Mercedes, inoltre, nel volgere di breve tempo ha compiuto significativi passi avanti, che relegano attualmente il Cavallino Rampante a quarta forza del Mondiale. Il tempo per recuperare è ancora molto ampio, tuttavia urge un repentino cambio di marcia nelle prossime 2-3 gare, pena l'accumularsi di un margine di ritardo incolmabile nella graduatoria complessiva.
Federico Militello

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