Rimandando sin da ora un'analisi completa dei Mondiali di Holmenkollen al termine della rassegna iridata, quest'oggi è tempo di parlare dei giovani talenti nostrani degli sport invernali. Mai come in questa stagione (forse neppure negli Anni '90) si era assistito ad un così enorme proliferare di grandi promesse, per di più in così tante discipline. Un segnale che induce all'ottimismo in vista non solo delle Olimpiadi di Sochi 2014, ma anche del prossimo decennio in generale.
Nello sci alpino, tralasciando l'ormai affermato Christof Innerhofer che a 26 anni sta iniziando solo ora a raccogliere i frutti della sua semina, nelle discipline veloci (in campo maschile) ha cominciato a splendere la stella di Dominik Paris, secondo nella Discesa Libera di Chamonix alle spalle del monumento vivente Didier Cuche. Non ancora 22enne, il talentuoso sciatore altoatesino possiede il DNA del discesista puro, poderoso fisicamente e scorrevolissimo nei tratti piani; può considerarsi più che discreta anche la sua tecnica nell'affrontare le curve, anche se sicuramente perfezionabile con degli allenamenti specifici. A Paris si aggiungono anche Matteo Marsaglia, supergigantista dalle interessanti prospettive, e Paolo Pangrazzi, forse il più eclettico del gruppo italico e già eventualmente pronto, con una preparazione mirata, anche per le gare di Slalom. In rampa di lancio, inoltre, vi sono pure Andy Plank, campione del mondo juniores di Discesa nel 2009, ed Hagen Patscheider, anch'egli iridato a livello giovanile nel 2008. Nelle discipline tecniche, poi, spiccano Giovanni Borsotti per il Gigante e Stefano Gross per lo Slalom, sempre più vicini ad un rendimento che potrebbe consentir loro di entrare in pianta stabile tra i migliori 10 del mondo. In campo femminile promette molto bene la squadra del Gigante, dove, attorno al punto di riferimento costituito da Federica Brignone (20 anni), è attesa sin dal prossimo anno a miglioramenti esponenziali Lisa Agerer, vincitrice della classifica generale di specialità in Coppa Europa e già competitiva anche in SuperG e Supercombinata: insomma, un grande talento polivalente su cui investire. In questo settore, inoltre, sono da seguire con attenzione Anna Hofer e Giulia Gianesini. Più delicato il discorso Slalom Speciale, settore che da qualche stagione evidenzia delle lacune di natura tecnico-strutturale. Proprio la Brignone, però, potrebbe ridare nuova linfa a questa specialità. Nelle discipline veloci si è messa in luce la sola Elena Curtoni, sciatrice dalle immense potenzialità, soprattutto in SuperG.
Quando Armin Zoeggeler andrà in pensione (sempre più probabile che ciò avvenga, se il suo fisico non creerà problemi, dopo le Olimpiadi del 2014), lo slittino italiano non scomparirà dalle grandi ribalte planetarie. Dopo un quindicennio, infatti, è emerso finalmente un credibile erede del Cannibale. Si tratta di Dominik Fischnaller, il quale, a soli 17 anni (neppure il 37enne di Foiana era così competitivo a quest'età), ha ottenuto ben cinque piazzamenti tra i top10 in Coppa del Mondo, con la perla della quinta posizione di Sigulda. L'astro nascente altoatesino riesce a pilotare la slitta con leggerezza e sensibilità, riuscendo a sviluppare sempre delle ottime velocità: quando avrà migliorato la propria massa muscolare (fondamentale in fase di partenza) ed acquisito maggiore esperienza, allora lotterà senza ombra di dubbio per la vittoria. Accanto a Dominik, inoltre, cresce anche il cugino Kevin Fischnaller, di un anno più giovane. E' presumibile un avvenire radioso anche nel doppio, dove il ricambio generazionale (dopo il ritiro di Plankensteiner-Haselrieder e con Oberstolz-Gruber ormai over30) è già avvenuto, con Ludwig Rieder (19 anni) e Patrick Rastner (17) per ben 4 volte tra i 10 e vincitori del titolo mondiale juniores: già dal prossimo anno i campioncini altoatesini potranno puntare ad almeno 2-3 piazzamenti sul podio. Nel singolo femminile, invece, si sta consolidando il rendimento di Sandra Gasparini, cui manca ancora una maggior confidenza con i vari tracciati del circuito mondiale per provare a sferrare l'attacco alle migliori del globo: anche in questo caso, tuttavia, il talento non difetta alla 20enne di Vipiteno, alle cui spalle sta crescendo un'interessante nidiata di slittiniste in erba.
Nel bob qualcosa si muove alle spalle di Simone Bertazzo. Il nome nuovo è rappresentato da Achim Obkircher, 22 anni, al primo anno in questo sport dopo aver gareggiato nello slittino fino alla scorsa estate. Un pilota di livello apprezzabile, la cui necessità attuale è quella di rafforzare il fisico per essere più performante in fase di partenza, al momento suo vero tallone d'Achille: nel giro di un paio d'anni, tuttavia, dovrebbero tornare 2 le slitte del Bel Paese in Coppa del Mondo. Per scovare nuovi campioni, tuttavia, sarà importante non solo mantenere in vita la pista di Cesana Pariol (e pare proprio che, grazie ad uno sforzo delle istituzioni locali, il catino piemonte verrà salvato), ma anche riaprire quella di Cortina, situata in una zona da sempre fucina di talenti cristallini.
Nel biathlon due nomi su tutti: Lukas Hofer e Dorothea Wierer. Il primo ha sfoderato una continuità impressionante in Coppa del Mondo, raggiungendo addirittura l'ottavo posto nella graduatoria complessiva. La seconda, prima nella storia, ha vinto ben 3 ori individuali ai Mondiali juniores. Inutile nascondersi, si tratta di due potenziali fuoriclasse, veloci sugli sci stretti e rapidi e precisi nel tiro (anche se Hofer è più discontinuo al poligono). La storia di questo sport nel Bel Paese sta per venire riscritta. In rampa di lancio, poi, vi sono anche Dominik Windisch, Pietro Dutto e Michael Galassi.
Completezza è il sostantivo che descrive nel migliore dei modi lo snowboard nostrano. Sia nelle discipline tecniche che nello snowboardcross, infatti, l'Italia ha calato degli autentici assi, capaci già di agguantare vittorie e podi in Coppa del Mondo con invidiabile continuità. Aaron March (Pgs e Psl) ormai è stabilmente tra i primi 5 del mondo, in attesa di essere affiancato da Edwin Coratti, campione del mondo juniores e già sul podio per 5 volte in Coppa Europa (con una vittoria). Nel cross, inoltre, Luca Matteotti (già trionfatore a Lech am Arlberg e quarto ai Mondiali) ed Omar Visitin rappresentano di gran lunga i migliori prospetti in campo internazionale. Tra le donne, infine, continua la crescita esponenziale di Nadia Ochner (Pgs), ormai pronta per la Coppa del Mondo.
Nel free-style (settore moguls) da segnalare i buoni piazzamenti di Giorgia Bertoncini (16 anni) in Coppa Europa, mentre nello ski-cross femminile l'Italia è entrata per la prima volta nella top10 grazie ad Elena Teglia (23), proveniente dallo sci alpino ed il cui rendimento non potrà che elevarsi ulteriormente. Qualche buon segnale giunge anche dal settore maschile, dove Diego Castellaz (ski-corss) si è qualificato tra i primi 30 con discreta continuità, anche se il podio resta obiettivamente ancora molto distante.
Nel salto con gli, grazie soprattutto alle donne, il tricolore sta conseguendo dei risultati impensabili sino a qualche stagione fa. Elena Runggaldier, infatti, è affiancata da altre giovanissime dalle qualità eccelse (Lisa Demetz, 21, Evelyn Insam, 17, Roberta D'agostina, 19), che potranno garantire una gradita continuità di rendimento nel prossimo decennio. Nel momento in cui verrà introdotta la prova a squadre riservata alle donne, inoltre, l'Italia difficilmente scenderà dal podio. Progressi tangibili anche tra gli uomini, dove Sebastian Colloredo ha raggiunto finalmente una convincente stabilità dal punto di vista tecnico, che potrà consentirgli di inserirsi in pianta stabile fra i migliori 15 del circuito. In crescita anche Andrea Morassi.
Con Pittin in flessione rispetto all'annata olimpica, la combinata nordica può giovarsi di un nuovo potenziale campione, ovvero Lukas Runggaldier. Incisivo nel salto e solido nello sci di fondo, il 23enne, già in pianta stabile tra i primi 10, potrebbe presto ottenere un risultato di prestigio. Accanto ai due capitani, inoltre, è maturato anche Armin Bauer, mentre nel circuito minore si sono messi in risalto i giovanissimi Samuel Costa e Mattia Runggaldier. E' un dato di fatto, dunque, che la staffetta tricolore sarà da medaglia ai Mondiali della Val di Fiemme del 2013.
Se gli sport della neve godono di ottima salute, non stanno peggio quelli del ghiaccio. Nello short track, accanto alla già affermata (seppur ancora 20enne!) Arianna Fontana, è sbocciata la talentuosa Martina Valcepina, già due volte sul podio in Coppa del Mondo e campionessa del mondo junior nei 500 metri (oltre che terza nella Overall, impresa mai riuscita ad un'italiana). Si profila, dunque, un acceso dualismo interno tra queste due grandi atlete, che non potrà che far bene ad un movimento femminile di per sé già florido, come dimostra anche l'oro conquistato dalla staffetta junior ai Mondiali di Courmayeur. Meno ricambi, invece, si intravedono tra gli uomini, dove comunque è da monitorare il promettente Tommaso Dotti, 17 anni.
Nello speed skating Matteo Anesi sembra ormai pronto per il definitivo salto di qualità nei 1000 metri, come dimostra il quinto posto in Coppa del Mondo ottenuto a Mosca. Da seguire i miglioramenti del giovanissimo Andrea Giovannini, potenzialmente in grado di diventare un polivalente di valore. Tra le donne, infine, è emersa con prepotenza Yvonne Daldossi, autrice del record italiano juniores nei 1000 metri, che ha già primeggiato in varie gare di Coppa del Mondo giovanile.
Nel pattinaggio artistico gli unici giovani interessanti brillantemente emersi in questa stagione sono Stefania Berton ed Ondrej Hotarek, quinti agli Europei nelle coppie d'artistico, mentre nel curling sia la squadra femminile che quella maschile (risalite entrambe in Serie A) sono composte nel complesso da elementi molto giovani, in grado di progredire nell'immediato futuro. In decisa ascesa, infine, anche l'hockey sul ghiaccio, dove le varie rappresentative giovanili hanno ben figurato nei vari tornei internazionali.
La pecora nera, come si comprende, resta lo skeleton, nel quale, nonostante l'Italia possa vantare una tradizione di tutto rispetto (come dimostra l'oro olimpico ormai datato di Nino Bibbia a St.Moritz 1948), il Bel Paese in questo sport è praticamente inesistente nei grandi eventi, con piazzamenti anonimi e sempre oltre la 20ma posizione. Un progetto di crescita è stato avviato, reclutando dei ragazzini di 12-13 anni ed assumendo il valente tecnico britannico Anthony Sawyer. La strada verso la gloria, tuttavia, resta ancora lunga e tortuosa.
Federico Militello