Italia d’oro ai Mondiali Junior: le parole dei neocampioni mondiali

Creato il 07 agosto 2011 da Sport24h

Una gioia incredibile, vola di cuore in cuore. Nove cuori azzurri per una felicità indescrivibile per questa vittoria mondiale nell’otto nella patria del canottaggio mondiale. Si abbracciano, si baciano, saltano e urlano.

I veterani sono il capovoga ed il timoniere, Giuseppe Vicino (CRV Italia) ed Enrico D’Aniello (CN Stabia). “E’ una grandissima soddisfazione, finalmente ho coronato il sogno di vincere un Mondiale dopo due bronzi nell’otto e un argento nel quattro senza under 23 – spiega Vicino (classe 1993) – Al quarto tentativo ho fatto centro insieme a un equipaggio splendido. Oggi non c’è stata storia, la barca ha risposto bene dal primo all’ultimo metro. Dedico questo titolo a mia madre Enza, a mio padre Alessandro, alla mia fidanzata Giulia ed ai miei fratelli Antonio, Marco e Luca. Spero che anche loro possano vivere un giorno una simile emozione”.

“La gara più bella del mondo, il capovoga più forte del mondo – gongola D’Aniello – Sapevamo di essere i più veloci, quest’anno non abbiamo sbagliato nulla. Ci siamo riusciti, una gioia incredibile ed una medaglia che voglio dedicare a mamma Maria e papà Giuseppe, a tutti i miei zii, agli allenatori della Nazionale ed al mio societario Antonio La Padula”.

Napoli canta grazie anche a Giovanni Abagnale, sedicenne di Castellammare di Stabia. “E’ indescrivibile, non ho parole. Questa barca è sempre rimasta unita, è la coesione il segreto del nostro successo. Non c’è dubbio, non vedo l’ora di tornare a casa per mostrare questa medaglia alla mia famiglia ed alla mia società”.

Secondo bronzo consecutivo, in questa specialità, per il capitano Bernardo Nannini. “C’eravamo lasciati un anno fa a Racice con un oro sfumato, io ed altri due compagni ci siamo presi la meritata rivincita. E’ il frutto di un grande affiatamento e di tanti anni di lavoro. Quest’oro è per la mia famiglia e per il mio mentore Niccolò Bagnoli”.

“Non potevo far regalo migliore al mio allenatore Moioli (oro a Londra 1948 n.d.r.) per il suo ottantaquattresimo compleanno (8 agosto n.d.r.), questa vittoria è per lui e per la mia famiglia” attacca Marco Marcelli (Moto Guzzi).

“Mi sembra di esser sopra le nuvole, siamo i primi al mondo dopo un mese di raduno e anni di allenamenti e sacrifici. Un grazie a Bernardo Nannini che mi ha stimolato per tutto l’anno, un grazie a Lello Polzella per aver aiutato questa barca a crescere insieme al CT Claudio Romagnoli. Abbiamo dimostrato che la nostra è la tecnica migliore al mondo” prosegue Pietro Zileri (Canottieri Firenze), figlio di Federico azzurro negli anni Ottanta e protagonista a un Mondiale insieme al campione olimpico Gianluca Farina.

“E’ stata una gara bellissima, una sensazione così bella in partenza non l’avevo mai provata. Siamo stati molto compatti, ci siamo concentrati bene. Meglio di così non poteva andare, un grazie alla mia famiglia, alle Fiamme Gialle e dedico questa medaglia anche al mio compagno di barca in due senza Paolo Di Girolamo” dice Matteo Lodo (Fiamme Gialle).

“Non ci avevo mai pensato, a inizio anno mai avrei potuto immaginare di diventare campione mondiale ed eccomi qui. La gara? Siamo partiti forte ed arrivati forte, Germania prima e Gran Bretagna poi si sono dovute arrendere. Dedico questa medaglia ai miei tecnici, societari e della Nazionale, oltre che alla mia famiglia” sono parole di Leone Maria Barbaro (Tirrenia Todaro) .
Guglielmo Carcano (Moltrasio) spiega che l’unità è servita “per superare ogni difficoltà, in questa settimana a Eton è andato tutto bene. Oltre che alla mia famiglia, il mio pensiero va alla famiglia Tabacco: il mio allenatore Alberto, i suoi figli e miei amici Davide ed Emanuela”.
Papà Ninni e mamma Francesca se le mangiano con gli occhi, il presidente della Canottieri Palermo Edoardo Traina ed il tecnico Benedetto Vitale non smettono di applaudirle, il CT Josy Verdonkschot consegna loro l’orsacchiotta Trudy, immancabile compagna di viaggio della Nazionale femminile in tutti i campi di regata internazionali.

Serena e Giorgia Lo Bue hanno dominato la finale del due senza. Un mese dopo il titolo europeo, ecco arrivare quello mondiale dopo aver relegato Germania e Grecia al secondo e terzo gradino del podio. “Non ce l’aspettavamo, puntavamo in alto ma non così tanto – spiega la capovoga Giorgia (17 anni) – Con la Francia avanti nei primi 500 metri, abbiamo pensato alla possibilità di lottare per il podio ed invece, piano piano, le abbiamo risucchiate e siamo andate in testa”.

“In quel momento abbiamo deciso di continuare a pensare solo a noi, alla nostra miglior prestazione – prosegue Serena (16 anni) – Solo negli ultimi 300 metri abbiamo creduto di poter vincere il Mondiale, l’abbraccio finale con mia sorella ha suggellato il tutto”.

Il segreto? “Siamo sorelle, condividiamo molte cose e proprio per questo abbiamo una marcia in più. Questa vittoria arriva dopo tantissimi allenamenti, dopo i titoli italiani ed europeo. Siamo al settimo cielo, far suonare l’inno d’Italia in un campo di regata olimpico, anzi prestigiosissimo come quello di Eton, è un’emozione unica” prosegue Giorgia. “Una dedica a Ninni e Francesca, i nostri genitori che ci hanno seguito in questa trasferta, il presidente Traina ed il nostro tecnico Benedetto, il CT Josy , Ciccio Esposito e Massimo Casula”. (com stampa)

Speciale Mondiali Juniores


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