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Italia e franchigie: piccoli squarci di azzurro targati Brunel

Creato il 21 settembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Italia e franchigie: piccoli squarci di azzurro targati BrunelIeri a Nelson c’era anche il futuro ct azzurro, Jacques Brunel. cco l’intervista di Stefano Semeraro per La Stampa

«L’importante è vedere come si comporterà l’Italia sotto pressione, contro avversari
più deboli». Una verifica che Jacques Brunel, l’allenatore francese che dopo i Mondiali sostituirà Mallett e che in Nuova Zelanda commenta per la tv francese, aveva chiesto alla vigilia della partita con la Russia.
Ora cosa si aspetta?
«Anche contro gli Usa l’Italia può farcela, ma sarà meno facile. E con l’Irlanda, su
una partita secca, può succedere di tutto. Lo ha dimostrato la stessa Irlanda battendo
l’Australia».
La sua Italia. Sarà diversa da quella di Mallett?
«L’importante è l’equilibrio. Fra difesa e attacco, fra mischia e tre-quarti: ma è dai giocatori che si parte per costruire un gioco».
L’Italia li ha?
«Ha giocatori importanti, di esperienza, come Parisse, Castrogiovanni, Lo Cicero,
Perugini. E giovani interessanti. Ma sarà fondamentale trovarne altri da
crescere per l’alto livello. Quello italiano è un sistema buono, ma servirà armonia
fra Accademie, franchigie di Celtic League e Nazionale».
Le franchigie saranno al servizio della Nazionale?
«Servono a questo. Altrimenti ottenere risultati diventa difficile».
ATreviso e a Viadana non la pensano così.
«La litigiosità non va bene. Ma devo ancora studiare il rugby italiano. Per ora sto studiando la lingua italiana».
Cambierà molto nella squadra e nello staff?
«Fino alla fine del prossimo Sei Nazioni no. Poi si vedrà. La Francia dopo il Mondiale
ha voluto cambiare molto e lo ha pagato».


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