Italia, ecco perché possiamo dominare il prossimo decennio

Creato il 26 maggio 2011 da Federicomilitello


Lo sport italiano gode di buona salute, seppur nel pieno di un imponente ricambio generazionale. Negli sport invernali le nuove leve, salvo eccezioni, hanno ormai spodestato le vecchie glorie, portando lustro e celebrità alla nostra bandiera. Per quanto riguarda gli sport estivi, inoltre, si stanno ponendo delle buone basi per le Olimpiadi di Londra 2012, senza dimenticare che per il tricolore saranno dei Giochi di transizione in vista del decennio successivo, in cui esistono fondate possibilità di raccogliere vagonate di medaglie a Rio de Janeiro 2016 e, si spera, a Roma 2020. Qualche difficoltà in più si avverte negli sport motoristici, ma anche in questo caso, come si dirà a breve, esistono ottimi motivi per sperare.
Innanzitutto l'Italia potrà puntare su atleti dal sicuro avvenire in tre tra gli sport più popolari al mondo, ovvero tennis, golf e ciclismo. Nel tennis Gianluigi Quinzi (nella foto) rappresenta il vero Messia di un movimento maschile che da oltre trent'anni attende invano l'erede di Adriano Panatta. Campione d'Europa under14 nel 2010, attuale n.1 al mondo tra gli under16, sin dalla più tenera età il predestinato campioncino del Bel Paese ha sfoderato delle performance strabilianti, vincendo praticamente tutte le rassegne giovanili cui ha partecipato. Attualmente il 15enne mancino marchigiano compete nella categoria juniores, dove prevale con regolarità su rivali di 3 anni più grandi. A breve si dedicherà con costanza al circuito dei Futures, diventando in pratica un professionista a tutti gli effetti. Inutile fare ora pronostici o voli pindarici, la realtà attuale è la seguente: Quinzi, seguito da uno staff che ne cura sapientemente la programmazione, possiede le qualità tecniche e soprattutto la personalità giuste per affacciarsi da stella cometa nell'universo del tennis dei grandi.
Tra le nostri giovani leve, Matteo Manassero rappresenta certamente quello più affermato, avendo già vinto a soli 18 anni due tornei dell'European Tour di golf, oltre che essere approdato alle soglie dei primi 30 del ranking mondiale. La stampa internazionale, sin dai suoi esordi, è rimasta stupefatta da questo ragazzo veneto, indicato quale possibile successore di Tiger Woods, tigre ormai in declino da un paio di stagioni. Manassero, effettivamente, per doti caratteriali (freddo e tranquillo) e tecniche (ottimo negli approcci al green, abile nel putt) a prima vista potrebbe definirsi un veterano di questo sport. Sebbene i fratelli Molinari abbiano già conquistato una Coppa del Mondo, oltre ad altri numerosi trofei di prestigio (con la ciliegina sulla torta della Ryder Cup), l'impressione è che il teen-ager di Negrar possa in breve tempo diventare il primo azzurro nella storia a vincere un torneo del Grande Slam. Nel complesso, tuttavia, risulta complesso fissare degli obiettivi per una carriera di cui non si intravedono i limiti.
Le ultime tappe del Giro d'Italia hanno fornito un verdetto incontestabile: il futuro è adesso. Diego Ulissi ed Eros Capecchi sono due corridori dall'avvenire radioso. Il primo, in particolare, possiede l'indole del predestinato: nato a Cecina, paese natale di Paolo bettini, bi-campione del mondo in campo juniores, adatto a percorsi duri (Liegi-Bastogne-Liegi per intenderci), dotato di ottimo spunto nelle volate ristrette. Sì, potrebbe essere il vero erede del 'Grillo', ovvero l'attuale ct della nazionale. Nel corso degli anni, inoltre, Ulissi, già discreto nelle prove contro il tempo, potrebbe persino puntare a vincere un Grande Giro. Proprio le corse di tre settimane, invece, saranno l'obiettivo di Capecchi, scalatore di talento che ha solo bisogno di prendere totale coscienza dei propri mezzi. La lista delle giovani leve su due ruote, comunque, non si limita ai due nomi sopracitati, ma comprende anche i vari Davide Appollonio, Elia Favilli, Elia Viviani, Alfredo Balloni, Adriano Malori (il Cancellara italiano), Davide Malacarne, Andrea Guardini (un fulmine nelle volate), senza dimenticare Ignazio e Moreno Moser, rispettivamente figlio e nipote del mitico Francesco.
Nel motomondiale, da un paio di stagioni, i giovani italiani faticano a conseguire dei risultati accettabili in 125. Anche in questa disciplina, tuttavia, è in arrivo un potenziale fuoriclasse. Si tratta di Luca Marini. Chi è? Il fratello di Valentino Rossi, nato dalla relazione della mamma con il nuovo compagno. 13 anni appena, il fratello d'arte di una delle più grandi icone dello sport italiano ha già vinto due gare su due nelle mini-moto, denotando uno stile di guida in cui si intravede chiaramente la stirpe di appartenenza. Ora, fare pronostici su un adolescente può rivelarsi alquanto azzardato, poiché numerose sono le variabili che possono accompagnare un processo di crescita. Le premesse, tuttavia, inducono a pensare che un antico detto possa trovare una nuova conferma: buon sangue non mente.
L'elenco dei possibili numeri 1 del futuro non finisce certo qui. Tra questi, solo per elencarne alcuni (altrimenti la trattazione diverrebbe eccessivamente lunga), cito la saltatrice in lungo e triplista Darya Derkach (un talento del genere in Italia non si vedeva dai tempi di Fiona May), Andrea Mitchell D'Arrigo, Diletta Carli ed Alessia Polieri nel nuoto, Alessandra Pagliaro nel sollevamento pesi, Luca Giacon nel pugilato professionistico, Gerhard Kerschbaumer nella mountain bike, Laura Linares nella vela, Leonardo Mutti nel tennis-tavolo, senza dimenticare gli innumerevoli talenti che ogni anno si affacciano nella scherma. L'imperativo categorico per questi astri nascenti sarà il seguente: allenarsi con volontà, abnegazione, costanza ed umiltà, senza mai accontentarsi dei primi risultati tra i seniores, ma anzi provando in ogni circostanza a valicare le soglie dei proprio limiti. Se lo sport italiano può sfoderare con orgoglio passato e presente gloriosi, il futuro si può raffigurare come un turchese e limpido cielo di giottesca memoria.
Federico Militello

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