Italia, fatta metà qualifica ai Mondiali

Creato il 20 settembre 2011 da Rightrugby
Nove mete e il bonus point conquistato in poco più di venti minuti di partita. Il Mondiale degli Azzurri entra nel vivo e dopo il primo Test Match contro l'Australia e l'Italia di Nick Mallett batte per 53-17 la Russia, cenerentola del torneo nella serata di Nelson (qui gli highlighst), nel secondo in calendario. Vanno a marcare i trequarti con una doppietta sia per Tommaso Benvenuti che per Giulio Toniolatti (nella foto in versione "Little Ashton") e le terze linee con Sergio Parisse e Alessandro Zanni che si danno il cambio sul campo che nello score finale. E ci va anche tutto il pack quando al 28' l'arbitro inglese Wayne Barnes sancisce la meta tecnica dopo che in mischia ordinata Totò Perugini spedisce nel limbo il dirimpettaio siberiano Ivan Prischchepenko. Mission accomplished, al di là di qualcosina da sistemare: leggi i calci piazzati dove si esibisce anche Benvenuti - ma non è il suo mestiere -. Vengono convertite quattro mete sulle nove in totale e dopo un tentativo nei primi tre minuti, Riccardo Bocchino non punta più i pali, ma la rimessa laterale per quella che sarà l'azione della prima marcatura pesante italiana. 

E' il 5', gli orsi russi commettono il secondo fallo di giornata e dalla touch sui cinque metri, Paul Derbyshire comincia ad impattare la linea difensiva avversaria, con l'ovale che esce poi al largo. Matteo Pratichetti fa altrettanto per assorbire altri uomini, di nuovo fuori con Andrea Masi che si infila senza palla e così al largo c'è tutto lo spazio perché capitan Parisse apra le danze. Sette minuti più tardi, sempre da quella zolla nell'area dei 22 russi, il pack entra in cattedra e vince mischia e palla (ci mette le mani nuovamente Derbyshire), Pratichetti ripete quanto fatto poco prima e l'ultimo terminale è Toniolatti che marca alla bandierina per il 12-0. 

Due giri di lancette e l'ala Vasily Artemyev pasticcia su un calcetto in profondità di Bocchino con il lesto Benvenuti che fissa il punteggio sul 17-0. Al 22' il bonus con Ugo Gori che batte veloce una rimessa nella metà campo avversaria, poi Parisse in mezzo al campo serve un altro off load che ha per destinataria ancora Toniolatti che corre in mezzo ai pali. La ciliegina sulla torta, al 28', con la meta tecnica che giunge ancora dalla zolla di terra che fa tanto bene agli Azzurri per il 31-0. Mezz'ora trascorsa con il piede sull'acceleratore, con gli italiani che non si fanno prendere dalla frenesia e tengono a fuoco l'obiettivo e quindi giocano bene. Ci sono i movimenti giusti, i sostegni, i ricicli. Tutto ciò che era richiesto.
Al 32' Barnes sventola il giallo a Fabio Ongaro colpevole secondo l'inglese di un late tackle - per lo più di spalla - sull'estremo Igor Klyuchnikov che ha la peggio e lascia il posto a Yuri Kushnarev. Ma non è tanto il fatto di essere in inferiorità numerica, quanto il calo di concentrazione che permette al folletto Alexander Yanyushkin di levare lo zero dal tabellino dei suoi, puntando i due uomini più lenti di fronte, Perugini e Lorenzo Cittadini, dopo aver raccolto palla dalla ruck nei nostri 22, che rimangono attendisti e non avanzano per accorciare lo spazio. Così l'Italia si riattiva subito e dalla solita mischia massiccia spedisce in meta Gori che si presenta con il tempo giusto all'interno a sostengo di Luke McLean per andare sotto i pali. Con la conversione di Bocchino si arriva sul 38-7.

Nella ripresa, Mallett non fa rientrare Ongaro, tenendo in campo Tommaso D'Apice che così ha l'occasione per carburare per altri 40 minuti e prendere le dovute misure in rimessa. Dove Corniel Van Zyl sostituisce Marco Bortolami e oltre a garantire sicurezza in touch, lascia subito il segno con una percussione dalla quale nasce la seconda meta di Benvenuti e anche qui il motore gira bene: Parisse va a rimorchio della seconda linea, erodendo altro terreno nei 22 russi, Gori gioca veloce al largo finché l'ala trevigiana si lancia sul suo grabber e schiaccia l'ovale per il 43-7. 

Tutto secondo manuale, eccetto l'uscita a vuoto di Pratichetti che permette all'ala Vladimir Ostrushko di arrivare in end zone bruciando in velocità McLean dopo un'azione al largo dei russi: il secondo centro va per intercettare l'ovale, probabilmente senza la dovuta condizione, e così arriva la seconda meta per le matricole mondiali. Tempo di prove per Mallett, con gli inserimenti di Pablo Canavosio, Zanni a Numero 8 e Alberto Sgarbi al posto di un Masi elettrico, che continua a infilzare la difesa avversaria quando ha l'ovale tra le mani, anche quando il ritmo dei colleghi cala. Ma è McLean che poi va a marcare nuovamente visita al 64', con una serpentina che vendica la meta subita in precedenza e ne lascia sul posto tre. 
Gli ultimi dieci minuti regalano altre emozioni, inaugurate dal centro Alexey Makovetskiy che raccoglie un lungo passaggio del suo mediano per andare a marcare tutto solo nell'area dei 22 sguarnita di guardie azzurre, sugli sviluppi di una ruck formatasi nell'angolo opposto. Difensivamente, l'Italia ha tirato il freno a mano, ma ha sete di mostrare tutta la determinazione offensiva e così chiude la conta delle mete con Zanni al 76' che viene sospinto fino in fondo dalla scrum che non fa sconti a nessuno. Giusto per ribadire il concetto.
"Il primo tempo è stato perfetto. Abbiamo mantenuto altissima la concentrazione", riassume Mallett a fine gara (cosa non accaduta per tutti i restanti quaranta minuti). E trova anche i motivi delle due mete concesse ai russi nella ripresa: "Sono stati due errori individuali (Pratichetti e Toniolatti che sulla seconda si attarda a riposizionarsi prendendosi con un avversario, ndr), dettati un po' dalla mancanza di esperienza personale". Il fatto è che gli Azzurri hanno segnato nove mete e per gli annali è un record. Quattro nel primo quarto di gara, come si comanda a chi deve mettere le cose in chiaro da qui al prossimo 2 ottobre. Per testare la concentrazione difensiva, c'è il match con gli Stati Uniti. E, infine, la partita che è il nostro Mondiale contro l'Irlanda, come stabilito ancora prima che si partisse per la Nuova Zelanda. Con buona pace dei conteggi e della sconfitta australiana di sabato. Se nel frattempo si sistemasse la mira verso i pali (contro gli irlandesi servono tutti i punti possibili), ancora meglio. 

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