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Kappa di Picche che ringrazio.
L’Italia, secondo Barroso, non starebbe facendo abbastanza. Non ha saputo fare “i sacrifici” fatti da Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Lituania. Ma le cose stanno veramente così? Vediamo nel dettaglio la situazione del nostro paese.
Fig.1 – Panoramica generale Italia.
Dopo essermi occupato della Spagna vengo ora ad una dolorosa analisi sulle condizioni di salute del nostro paese, impresa improba, amara e dura. È sicuramente molto più semplice e tranquillizzante fare post di questo tipo guardando all’esterno, piuttosto che analizzare la situazione relativa al proprio Paese.
Coraggio calma e sangue freddo.
Fig.2 – Italia, Germania e andamento partite correnti.
In Figura 2: possiamo osservare l’andamento delle partite correnti in due paesi. Sopra l’Italia e sotto la Germania. Dal 2001 la situazione si inverte, l’Italia crolla mentre la Germania cresce a tassi impressionanti. Non è ,a mio avviso, razionalmente possibile credere alla casualità degli eventi e cioè che l’entrata nell’Euro con il relativo regime a cambi fissi non abbia avuto GRAVI responsabilità in questo sfacelo. Chi sostiene “il caso” è in palese malafede.
Fig.3 – Tassi d’interesse su prestiti al settore privato
In Figura 3 si vede l’andamento dei tassi d’interesse dei principali paesi dell’ Eurozona. Come già visto per la Spagna, abbiamo un costo esagerato per l’accesso al credito. Situazione lievemente paradossale per una Unione Monetaria.
Fig.4 – Produzione industriale dei principali paesi dell’ Eurozona e
Stati Uniti dal 2000
Come si vede in Figura 4, prima dell’Euro i Paesi sopracitati correvano tutto sommato appaiati e competevano in maniera assolutamente paritaria. La moneta unica non ha fatto altro che ampliare le divergenze tra Paesi. Danneggiandone molti e avvantaggiandone sostanzialmente uno solo (indovinate chi?). Contrariamente a quanto scrive qualcuno, l’Italia non è “l’unico paese al palo”, ma è in triste compagnia.
Fig.5 – Produzione Industriale Italiana
In Figura 5 possiamo vedere in blu l’andamento della produzione industriale italiana, e nel grafico a barre rosso, l’andamento del Pil reale rispetto anni precedenti. Tristemente esplicito e fin troppo chiaro.
Fig 6 – Dettaglio produzione industriale italiana. Gennaio 2012-Dicembre 2013
In Figura 6 un triste e drammatico dettaglio per quello che riguarda il periodo relativo a Gennaio 2012-Dicembre 2013. Esultare per un +1,4% è a mio avviso completamente ridicolo. Non è detto che sia un inversione di tendenza, e c’è anche chi l’ha definita — argomentandone il perché — “il rimbalzo del gatto morto”. Si vedrà nel tempo se si manterrà questo trend, io onestamente lo ritengo del tutto improbabile sic rebus stantibus.
Fig.7 – Ordini Industriali Italiani.
Nella Figura 7 è riportato in blu l’andamento degli ordini industriali italiani, nel grafico ocra a barre l’andamento del PIL. Sembrerebbe confermarsi il +1,4% dei due grafici precedenti (figure 5 & 6). Vale quanto detto sopra.
FIg.8 – Crediti netti dell’ Eurosistema. Bilanci Target 2
In Figura 8 possiamo vedere la situazione tra crediti (in positivo) e debiti (in negativo) internamente al nostro fantastico Eurosistema. Il grafico (recente datato 12/01/2014) è basato su sistema Target2. Per un principio di simmetria imparato su Goofynomics è strano come i crediti di qualcuno (esportatori netti) siano i debiti di qualcun altro (importatori netti)…
Fig 9. La fiducia delle imprese italiane in rapporto al Pil. In rosso la fiducia delle imprese ,nel grafico a barre blu l’andamento del Pil (calcolato in quadrimestri).
La Figura 9 descrive la fiducia delle imprese in Italia. Con una tassazione che supera il70%, con una distruzione sistematica della domanda interna, con imprenditori chechiudono e che si suicidano OGNI GIORNO, con una burocrazia assurda, che diamine di fiducia vuoi avere?
Fig.10 – In blu l’indice di fiducia delle famiglie. In verde l’ andamento dei consumi interni
In figura 10 si osserva un calo della fiducia delle famiglie e, dalla fine del 2011, anche un crollo dei consumi (coerente con la distruzione della domanda interna attuata dal governo Monti).
Fig.11 – Prestiti non restituiti alla scadenza.
In arancione la Spagna, in verde l’Italia.
In Figura 11: Prestiti non restituiti alla scadenza, anche qui credo sia superfluo aggiungere qualsiasi commento…
Fig.12 – Detentori di Bond italiani. In rosso titoli di stato detenuti da residenti nel nostro paese.In verde titoli di stato detenuti da non-residenti nel nostro paese. In verde chiaro i prestiti in miliardi di Euro da parte della BCE alle banche italiane.
In Figura 12 possiamo vedere come cambia la proprietà dei titoli obbligazionari italiani. Nel 2011 (grazie alle politiche messe in atto dal governo Monti) investitori italiani si ricomprano titoli obbligazionari da speculatori stranieri. È palesemente ovvio, stiamo rimborsando speculatori stranieri (per essere più credibili???) e questo ci espone ad enormi rischi (non essendoci più grossi capitali investiti in titoli di stato…potremmo essere sacrificabili ai mercati). SUL TEMA POTETE CONSULTARE ANCHE QUI E QUI .
Fig.13 – Un dettaglio dei titoli di stato detenuti da non-residenti nel nostro paese.
In Figura 13 possiamo vedere un dettaglio dei titoli di stato detenuti da stranieri. Impossibile non notare
il fatto che
il Governo Monti abbia contribuito a rimborsare investitori stranieri. BADATE BENE! Sono stati rimborsati investitori stranieri, ma non è stato ridotto il debito pubblico (che la gestione Monti ha contribuito a far lievitare). Appare fin troppo chiaro che, ancora una volta, non sono stati fatti gli interessi del nostro paese. Non siamo assolutamente diventati più “credibili”.
Fig.14 – Fondi della BCE destinati alle Banche Italiane. In blu prestiti della BCE alle nostre banche. In arancione andamento dello spread tra titoli italiani e bund tedeschi
Figura 14: possiamo vedere “il salvataggio” delle banche italiane da parte della BCE (in blu e riferito a miliardi di Euro) e l’andamento dello spread (in giallo e riferito a punti base)
Fig.15 – Performance Banche Europee.
In Figura 15: Abbiamo l’andamento delle banche europee. Dopo Ltro(s) e il “
whatever it takes” di Mario Draghi, questa è la situazione. La BCE non sa cosa sta facendo, in questa situazione gli
stress test non faranno altro che peggiorare le cose procurando ulteriori danni ad un economia massacrata. Non è esclusa la possibilità che possa saltare qualche banca tra quelle più esposte, incluse ovviamente quelle del nostro paese.
Fig.16 – Indice di miseria. Basato sulla somma del tasso d’inflazione e del tasso di disoccupazione.
In Figura 16: Indice di miseria. Come abbiamo visto, la Spagna sta ottenendo ottimi risultati in entrambi i campi, noi invece in questo siamo perfettamente in linea con la zona euro. Il che non è un bene.
Fig.17 – Non è una crisi di debito pubblico, è una crisi di debito privato!
(Grafico preso da Goofynomics)
Per figura 17 rimando qui. Ormai lo abbiamo capito (e a quanto pare lo stanno capendo anche molti folgorati sulla via di Damasco) che
il problema NON È il debito pubblico. È una crisi di debito privato (ipse dixit). Su questo non c’è poi molto da aggiungere.
Fig.18 – Tassi di disoccupazione nell’ Eurozona.
In Figura 18 possiamo vedere i tassi di disoccupazione nell’ Eurozona. Grecia (27,4% anche se nel grafico non c’è) Spagna con 26,7%, Italia con 12,7 e la media dei paesi dell’ Eurozona 12,10%
Fig.19 – Disoccupazione giovanile europea.
In Figura 19 abbiamo la disoccupazione giovanile, lo stesso grafico utilizzato in precedenza per la Spagna. Con un 41,6% ci piazziamo al 3° posto dopo Grecia (59,2%) e Spagna (57,5%). È un grafico che si commenta da solo.
Fig.20 – Andamento dei prezzi delle abitazioni. Anno base 1975.
Figura 20: andamento dei prezzi delle abitazioni. Sono evidentemente in calo, e caleranno ancora, almeno per tutto il 2014-5, ed è una situazione simile a quanto avvenuto in Spagna (anche se non aggravata dalla bolla immobiliare). Del resto: con alta disoccupazione, alta flessibilità e condizioni estremamente precarie di molti lavoratori e credit crunch cosa è lecito e ragionevole attendersi dal settore immobiliare? Inoltre quando il ROI di un investimento immobiliare è doppio rispetto a quello in R&D, dove volete che vadano i soldi dei privati (finanziati dalle banche)?
Fig.21 – Rapporto tra investimenti e Pil.
Figura 21: Insieme con PIL e consumi crollano anche gli investimenti da parte delle imprese che, come ritenuto da qualche illustre sognatore, dovrebbero investire maggiormente in Ricerca e Sviluppo. Per vendere a chi con una moneta così forte e inadatta alla nostra economia? Questo non è dato saperlo…
Fig.22 – Reddito e propensione al risparmio.
In Figura 22 vediamo l’andamento del reddito e la propensione al risparmio. Si può vedere che il reddito cala in maniera importante, così come si registra un calo nella propensione al risparmio. Questo è dovuto al fatto che il 37% degli italiani è stato costretto a chiedere aiuto economico ai genitori per arrivare alla fine del mese. Storicamente siamo un popolo di risparmiatori, i dati ci dicono questo (e in BCE più di uno ci ha messo gli occhi sopra…) e in momenti di crisi il fenomeno si accentua.
Fig.23 – Andamento occupazione e disoccupazione. In rosso occupati, in verde disoccupati.
Figura 23: Andamento numero occupati e disoccupati. Terribilmente semplice e magnificamente tremendo. Cala l’occupazione, aumenta la disoccupazione. Sic et simpliciter.
La chiamano “ripresa” altrimenti nota come “luce in fondo al tunnel”. Dopo questa mia analisi estremamente semplice e sommaria, secondo me vi è più di un motivo per avere paura di chi VERAMENTE ci governa e detta insensate politiche
suicide.
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