L'Italia ha sconfitto per 3-2 il Brasile in un match che entra nella storia della pallavolo contemporanea. 25-16, 20-25, 18-25, 25-21, 22-20 i parziali dell'incontro.
Nella terza sfida della World Cup di scena in Giappone, gli azzurri entravano in campo determinati e senza timori reverenziali. Complice una serie importante di servizi vincenti, la ricezione verdeoro andava in crisi e per i ragazzi del ct Berruto sembrava sin troppo agevole chiudere il primo set con ben 9 lunghezze di margine. I tre volte campioni del mondo, però, reagivano con rabbia, ribaltando il punteggio con una maggiore aggressività, corredata da alcuni attacchi micidiali. Nel momento più difficile, però, i gladiatori del Bel Paese non mollavano. Nel quarto parziale l'Italia, sorretta da un Lasko inspirato, riusciva a portare il match al tie-break: qui iniziava la leggenda. La selezione tricolore volava fino al 12-10, ma subiva la reazione di un Brasile mai domo, che si portava sul 13-12. Si andava ai vantaggi, dove i rappresentanti del Bel Paese annullavano ben 5 palle match ai sudamericani, prima di chiudere con un ace di Dragan Travica una partita titanica.
Le motivazioni di questa brillante affermazione della formazione tricolore sono di natura prevalentemente mentale: gli azzurri, infatti, sotto la gestione Berruto hanno compreso di poter rivaleggiare ad armi pari con qualsiasi avversario, una consapevolezza derivante da una rosa che, rispetto al recente passato, può contare su giocatori di talento e di ricambi all'altezza della situazione. L'Italia ha vinto da squadra vera, in cui ogni atleta ha fornito il suo contributo determinante. Uomo partita è stato nominato il libero Andrea Giovi, simbolo di un team che ha lottato dall'inizio alla fine con gli occhi della tigre.
Se prima ne avevamo il sospetto, ora ne siamo certi: questa Italia è davvero tornata ai livelli del 2004, quando contese proprio al Brasile la medaglia d'oro delle Olimpiadi di Atene.
Federico Militello