Italia leader nella cantieristica e nella ricerca navale: c'era una volta

Creato il 17 ottobre 2013 da Marco Oriolesi @Ideea5Stelle
C'era una volta una Italia leader nella cantieristica e nella ricerca navale.
Oggi si parla solo di dismissioni, chiusura e licenziamenti.
Era il 1956, quando a Messina i cantieri Rodriguez sviluppavano e varavano il Freccia del Sole, il primo esemplare di aliscafo commerciale poi esportato in tutto il mondo. Nei cantieri di Castellammare di Stabia nel 1931 si costruiva l'Amerigo Vespucci. Nel 1933, con una velocità media di 28,92 nodi, Il Rex dei Cantieri Navali Ansaldo conquistò il nastro azzurro battendo il record precedentemente detenuto dal transatlantico tedesco Europa.
Oggi Piombino e Civitavecchia litigano, candidandosi per smantellare l'italianissima Costa Concordia affondata al Giglio. Si perdono in campanilismi e rivalità di quartiere, nonostante le amministrazioni regionali e comunali siano guidate tutte da esponenti del PD, tutti di provenienza DS. Alla fine sembra sarà la Turchia, con la città di Smirne, ad aggiudicarsi commesse e lavori, per un giro di affari di 500 milioni, più altri 100-150 derivanti dalla vendita dei rottami.
Fincantieri, tramite la propria controllata Vard, ottiene una commessa di 1,1 miliardi di dollari per la realizzazione di 4 navi posatubi offshore. Due verranno costruite in Romani a Tulcea, allestimento a Soviknesin in Norvegia. Le altre due nel cantiere brasiliano di Promar. Viva l'italianità ed i nostri operai del settore in cassa integrazione, o licenziati.
Non mancano rare eccezioni, come il Cantiere Navale Visentini di Porto Viro (Rovigo), che si prepara alla costruzione di un traghetto eco-friendly e pare abbia già siglato un contratto con la scandinava Nordana. Oppure i cantieri Rosetti Marino di Ravenna specializzati in supply vessel di servizio alle piattaforme offshore, ma è troppo poco per un settore in grande difficoltà.
A proposito di paesi Baltici, dalle tasse persino più alte di quelle italiane, guardate questo innovativo progetto.

Una volta eravamo noi, eredi di Cristoforo Colombo, i costruttori di progetti innovativi.
Ora, mentre i nostri migliori laureati vanno all'estero a cercare fortuna, restiamo prigionieri della nostra incapacità di fare sistema. Simbolo dell'ignavia dei nostri politici; dell'incapacità di pensare una politica industriale e di immaginare un futuro per questo paese e per i giovani.

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