Italia: meno nascite più migranti

Creato il 02 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate
L’Istat ha diffuso il bilancio demografico nazionale relativo all’anno 2010, noi riportiamo l’analisi del dottor  Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti.

Se da un lato aumenta la popolazione, sulla base di quanto emerso, ma non certo grazie alle nascite: a far incrementare il numero di persone risiedenti in Italia sono infatti soprattutto le migrazioni.

Precisamente, al 31 dicembre 2010 risiedevano in Italia 60.626.442 persone, con un incremento di 286.114 unità (+0,5%) dovuto esclusivamente alle migrazioni dall’estero.

Più dei due terzi dell’incremento della popolazione si registra nelle regioni del Nord, mentre solo poco più di un decimo nel Mezzogiorno.

Il movimento naturale della popolazione è negativo. In particolare, sono nati quasi 7 mila bambini in meno rispetto all’anno precedente (si tratta di una riduzione pari a quella già registrata nel corso del 2009).

Il movimento migratorio con l’estero nel 2010 ha fatto registrare un saldo positivo pari a +380 mila unità.

Ogni mese del 2010 si sono iscritti in anagrafe circa 38 mila nuovi residenti provenienti dall’estero. Il movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro.Le famiglie anagrafiche sono 25 milioni e 193 mila; il numero medio di componenti per famiglia è pari a 2,4 e stabile rispetto al 2009. In una sua nota il dottor D’Agata analizza concretamente una provincia e così scrive: “ Per esempio in Provincia di Lecce al 1° Gennaio  i  Maschi sono 388354 Femmine sono 425202 per un totale Popolazione 813556 per un Numero di Famiglie pari a 317926 di cui Numero di Convivenze 238 per una percentuale di Numero medio di componenti per famiglia 2.56.”

Il tasso derivante dal saldo migratorio interno, dal saldo migratorio esterno e dal saldo “per altri motivi” risulta dunque positivo in tutte le zone d’Italia, se pur con delle consistenti differenze.

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