Nuovo Accordo mantenga cifre attuali e riconosca Unioni Comuni montani
La Confederazione Elvetica ha comunicato lo sblocco dei ristorni dell'imposta sui lavoratori frontalieri. Secondo l'accordo bilaterale italo-svizzero del 1974, infatti, la Comunita' elvetica storna ai Comuni di confine, per il tramite delle Province e delle Comunita' montane, il 38,8% delle imposte alla fonte, pagate dai frontalieri nell'anno fiscale.
''La ripresa del dialogo tra il Governo Italiano e quello della Confederazione Elvetica su tutta la partita fiscale – sottolinea Mauro Guerra, Coordinatore nazionale ANCI dei Piccoli Comuni - ha consentito di sbloccare i 28 milioni di euro destinati ai Comuni frontalieri che erano stati congelati. Si tratta di una boccata d'ossigeno indispensabile per decine di piccoli Comuni che stavano vedendo messi in crisi i loro sempre piu' risicati bilanci''. ''L'importante risultato – evidenzia - deriva dall'iniziativa del Governo e dalla determinante spinta venuta dalla forte e continua mobilitazione animata dai Sindaci dei Comuni frontalieri. Mobilitazione ed iniziativa che sono certo continueranno per vigilare e concorrere a determinare le nuove regole relative ai ristorni dei lavoratori frontalieri, di modo che non venga meno una fonte determinante di entrate a sostegno degli investimenti''.
''Lo sblocco dei ristorni e' chiaramente una buona notizia, il mancato trasferimento di queste somme avrebbe messo a rischio servizi fondamentali per i nostri piccoli Comuni montani di confine, gia' vessati da nuove tasse, oltre a infrangere un patto tra Stati – ha aggiunto il Presidente della Commissione Montagna ANCI, Enrico Borghi – ma bisogna adesso presidiare la nuova bozza di accordo, soprattutto alla luce della richiesta del Canton Ticino di abbassare il tasso al 12,5%'', percentuale pari a quella prevista nell'accordo concluso dalla Svizzera con Vienna sui lavoratori austriaci.
''Un taglio di ben 26 punti percentuali che inciderebbe troppo sulle nostre Comunita' di frontiera. Inoltre non e' paragonabile la mole e la modalita' di scambio frontaliero fra Italia e Svizzera rispetto a quelle di altri Paesi'' commenta Borghi, che chiede di porre attenzione anche su un altro punto: la previsione giuridica di riconoscimento delle Unioni di Comuni montani ove subentrate alle Comunita' montane quali destinatari dei trasferimenti elvetici e, in ogni caso, dei Comuni montani. ''E' un riconoscimento che ci attendiamo e che e' motivato dalle trasformazioni in atto sul nostro territorio a seguito della riforma delle Comunita' montane. Coinvolgeremo su queste questioni anche la Commissione Esteri della Camera e i rappresentanti della comunita' elvetica nel nostro Paese''.
--Redazione del CorrieredelWeb.it
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