Nonostante direttive politiche fino a pochi mesi fa protese al (ri)percorrere la strada dell'energia nucleare, gli italiani dimostrano di voler guardare oltre alla pura applicazione delle fonti di energia non rinnovabili ed inquinanti. In una congiuntura storica nella quale è oggettivo guardare a come ampliare l'offerta energetica facendo il meno male possibile al pianeta Terra, la sensibilità collettiva è un fattore importante da sondare per implementare nuove tecniche e tecnologie. Coltivare ed accrescere il rinnovabile potrebbe essere, secondo alcuni esperti, uno dei fattori su cui fare leva per uscire da questo infinito periodo di crisi; il rapporto Irex fatto da Althesys afferma, infatti, che con l'uso e l'implementazione delle energie rinnovabili si potrebbe mobilitare circa l'1% dell'intero PIL italiano. Al pari di un bambino piccolo, tuttavia, coltivare il rinnovabile significa avere a che fare con un qualcosa di debole ed ancora facilmente manovrabile da speculazioni e fenomeni disturbanti. Nonostante tutto, comunque, rimane essenziale avere fiducia: su questo, infatti, il popolo italiano si dimostra sensibile. Stando a quanto presentato dal Rapporto congiunto tra Ipr Marketing e Fondazione Univerde, per fortuna, l'italiano vuole in maniera pleibiscitaria che futuro faccia stretta rima con energia rinnovabile. Il report riporta in maniera molto chiara quelle che sono le istanze volute da questo silenzioso referendum popolare: "[...]Gli italiani guardano con favore crescente alle energie rinnovabili e vogliono che l’Italia punti sempre di più, in futuro, su fotovoltaico ed eolico. Il 78% conosce il Conto Energia. E cresce la sensibilità anche nei confronti della bioedilizia.[...]" Nello specifico, infatti, oltre il 92% degli italiani vuole investimenti sul fotovoltaico; un buon 54% resiste su fonti di tipo eolico. Vi è anche una buona conoscenza dei piani coordinati tra Europa e Stati per l'implementazione e l'utilizzo di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica, di pari passo all'interesse crescente per edifici che sappiano risparmiare o, magari, riuscire a cedere energia all'ambiente circostante. La risorsa è importante, alla pari del potenziale che potrebbe riuscire a smuovere una costante ricerca scientifico-tecnologica da applicare a queste branche. Il limite, come sempre, sembra essere insuperabile per quello che dovrebbe essere l'attore principale per interpretare il cambiamento. Lo illustra in maniera superba Antonio Noto, direttore di IprMarketing, stando alle fonti reperibili via web: "Bisogna però rilevare che esiste una grande differenza tra l’atteggiamento degli italiani, sempre più favorevole alle nuove fonti di energia, e quello di buona parte della classe politica, che non ha ancora percepito a pieno le grandi potenzialità del settore." Perchè attendere, dunque?
Fonti: "Rapporto IPR-Univerde", www.zeroemission.eu (17-9-2011) "Energia: 92% degli italiani vuole il solare.", www.ansa.it (17-9-2011) "Italia, il paradiso (nascosto) delle rinnovabili", www.energymanager.net (18-4-2011)